Sovrappopolazione: E Se il Problema non Fossero i Figli?

Carestie, fenomeni naturali estremi, mancanza d’acqua, spreco alimentare e sovrappopolazione. E’ capitato a chiunque di ascoltare discussioni allarmate incentrate sul catastrofismo ecologico. Questo ultimo tema è al centro di una riflessione proposta da Sheril Kirshenbaum, scienziata impegnata anche nel Senato americano come consulente per le questioni climatiche.

Lo spauracchio di un aumento non sostenibile nella popolazione è antico ma ultimamente ha ripreso forza, in certi ambienti accademici, l’idea che avere figli sia una scelta irresponsabile e narcisista. Il pioniere della sovrappopolazione fu Malthus, che con le sue teorie sulla crescita della popolazione avanzò studi sull’insostenibilità del rapporto tra popolazione e mezzi di sussistenza.

L’opinione ad esempio è ancora viva tra una folta schiera di miliardari americani, fortemente impegnati nella “pianificazione familiare“, come Warren Buffett e Bill Gates. Partendo dai numeri, intorno al 2050 si dovrebbero raggiungere i nove miliardi di persone sul globo terrestre, la scienziata smorza l’ansia generale. Citando le previsioni apocalittiche contenute in “The Population Bomb“, bestseller di Paul Ehlrich, viene spiegato che ci vuole altro oltre la matematica per capire i tanti meccanismi che spostano l’equilibrio della vita sulla Terra.

Le fosche analisi, che hanno portato anche il fondo dell’Onu per la popolazione a sostenere gli aborti forzati in Cina, non hanno molto valore se non sono accompagnate da visioni più complete. Ancora una volta i dati numerici possono aiutare e illustrano una situazione in cui la media di calorie consumate a persona è aumentata e l’innovazione agricola ha consentito di espandere a dismisura le coltivazioni. Le carestie odierne sono così da imputare a carenze nella distribuzione più che alla mancanza reale di alimenti. Parallelamente il tasso di fertilità globale, numero di nascite per donna, è diminuito drasticamente dal 1960 e le stime portano a pensare che continuerà a scendere anche in futuro. È poi fondamentale, spiega Sheril Kirshenbaum, un’analisi qualitativa sulla capacità di ricercare ed innovare per sprecare sempre meno risorse specifiche. Molti biologi ad esempio stanno studiando colture più resistenti nel tempo, che richiedono meno acqua per crescere.

Risulta chiaro che le sfide globali innescate dalla sovrappopolazione non possono essere certo combattute sposando la scelta di non fare figli “per il bene del pianeta”. Sostenere le donne e le famiglie non vuol dire vivere in modo meno efficiente e sostenibile. Il pericolo reale non sta nel numero di esseri umani ma nella scarsa qualità delle azioni o delle politiche che metteranno in campo. Un mondo più caldo e affollato non necessariamente è destinato a scomparire se le soluzioni trovate per gestire le risorse continuando ad andare in una direzione di ricerca ed innovazione. In conclusione se Bill Gates vi suggerisce di non avere troppi figli non dategli retta e continuate tranquillamente per la vostra strada senza rimorsi ecologici.