Spesso si sente parlare di banche d’affari, soprattutto londinesi, che impongono che impongono orari di lavoro “24/7”, ovvero 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, ai propri stagisti. Una questione, però, sorge spontanea: quali operazioni sono così fondamentali ed irrinunciabili da costringere i nuovi arrivati a fare le ore piccole in ufficio?
Per rispondere a questa domanda, Smartweek ha intervistato uno degli stagisti in questione. Per motivi di “confidentially agreement”, non possiamo rivelare né il suo nome né quello della banca d’affari in questione, ma, che si tratti di JP Morgan o di Goldman Sachs, di Morgan Stanley o di Merril Lynch, di Deutsche Bank o di Credit Suisse, la situazione per gli stagisti, sia negli USA che in Europa, non varia di molto.
Quanto è complesso ed arduo il processo di selezione per entrare come stagista?
Basterà citare alcuni numeri: generalmente, i posti a disposizione sono 100 e le application 150.000. Penso ci sia poco da aggiungere a questi dati, eccezion fatta per uno dei requisiti necessari, ovvero la laurea con 110/110 e lode alla Bocconi, l’unica università italiana riconosciuta all’estero per questo tipo di concorsi. Oltre a ciò, sono ovviamente necessarie esperienze lavorative fuori dall’Italia e molta, molta voglia di emergere.