Start Up Italiane: Il Successo Sta Nel Networking

Il fenomeno delle startup è in crescita, anche in Italia. Moltissimi giovani decidono di scommettere sulle proprie idee: sono quasi tremila le startup nel nostro paese, ma pochissime riescono davvero a emergere, anche se i dati sono in ogni caso positivi, poiché quelle finanziate sono cresciute di circa il 74%. Il problema del finanziamento, però non è storia da poco, oltre ai problemi legati al business vero e proprio.

Ma in realtà il focus su cui ci si dovrebbe concentrare è il networking. Quello che davvero manca alle startup nostrane sono le sinergie e le alleanze con altre startup già consolidate e più solide, che hanno già affrontato i momenti più duri e che riescono quindi a consigliare e a condividere le informazioni con il resto delle aziende.

Per l’Italia si avverte l’opportunità, già attiva, di imprese mature, soprattutto del Made in Italy che investono in startup innovative. Questa tipologia di networking può essere chiamata anche “open innovation”, e potrebbe essere un’ottima soluzione, anche per Federico Barilli (vedi intervista video), segretario generale di Italia Startup, in occasione dell’ottava edizione del premio Vincenzo Dona, organizzato al teatro Argentina di Roma dall’Unione nazionale consumatori.

La scelta di agire in rete, inoltre, permette di raggiungere meglio il cliente finale, sfruttando logiche già testate da altri. Il mero investimento finanziario, infatti, non sempre è sufficiente a garantire il successo. Questo approccio, che potrebbe essere davvero l’inizio della soluzione al problema, non è però così diffuso in Italia.

Il mercato italiano infatti è tradizionalmente lento nell’approcciarsi alle innovazioni, e senza la propensione al rischio per decidere di investire in sperimentazioni da aziende che si trovano a loro volta in stati embrionali. I distretti industriali però sono una realtà tipicamente italiana, che potrebbe essere traslata in ottica startup per creare importanti vantaggi sia per i nuovi entranti che per le già esistenti che decidono di scommettere in ulteriori innovazioni.

Concludendo con le parole di Davide Dattoli, 24 anni, co-founder di Talent Garden, il primo coworking in Italia: “Investire in startup per un’azienda (o per una startup più matura) significa non solo avere un servizio personalizzato sui propri bisogni e permettere di realizzare concretamente una buona idea, ma significa anche riuscire ad attrarre a sé i talenti e portare energie nuove e con tanta determinazione in testa”.