In soli quattro anni il Car Sharing è passato da meno di 20 mila a 90 mila utenti (dati Ansa 2009-2013): proprio in questo settore la startup Be Smart ha deciso di utilizzare tutta l’expertise sul campo da NHP, l’azienda proprietaria del marchio Bee – Green Mobility Sharing, per internalizzare le competenze IT relative al proprio business.
Il prodotto
Be Smart è una piattaforma hardware e software per la gestione di servizi di mobilità sostenibile. La componente hardware viene montata sul veicolo, mentre l’applicazione software viene utilizzata via smartphone o touch screen a seconda del veicolo, un portale social ed una App per smartphone, per permettere la gestione del servizio e l’interazione con gli utenti.
L’abbattimento dei costi
La startup assicura gestione di servizi di mobilità in condivisione innovativa, ad un prezzo più basso del 30/40% rispetto ai principali competitor del mercato. «Siamo riusciti ad uscire con un prezzo sensibilmente inferiore perché abbiamo alleggerito molto la parte software e hardware rispetto ai concorrenti grazie alla nostre precedente esperienza – spiega Mario Conforti, founder – e abbiamo scelto tecnologie open source, fattore che ci ha fatto abbassare ulteriormente sia il costo di sviluppo che della parte hardware». Ad aiutare la startup nell’abbassamento di prezzi anche le partnership tecnologiche con Siemens e TomTom, che permettono di avere servizi di alto livello ad un costo contenuto.
Tutta la competenza in un settore
L’obiettivo di Be Smart è la gestione di sistemi di car sharing in free floating, cioè quelli che permettono di lasciare le vetture ovunque e riprenderle quando si trovano per strada. L’app poi consente la gestione di POI puntuali per permettere di riportare i veicoli alle stazioni di ricarica o in punti di particolare interesse. Allo stesso modo può gestire la creazione di particolari itinerari per fornire servizi commerciali, turistici, informativi e di mobilità all’utente.
Le evoluzioni
Ad oggi Be Smart sta completando la fase di prototipazione della sua piattaforma di mobilità. «Se c’è un rimpianto è quello di non avere iniziato prima, visto che visto che l’idea l’avevamo maturata già da un po’ ed il mercato ci sembra già pronto per questa soluzione per cui avremmo potuto guadagnare qualche mese». Altri assi nella manica sono sicuramente legati all’app: «Speriamo di poter ampliare l’organico di Be Smart con l’acquisizione di nuove risorse specializzate in applicazioni web ed in elettronica per migliorare ed ampliare le funzionalità connesse con l’interfaccia del veicolo».
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