Stop Funding Hate, Quando l’Odio Paga la Gente si fa Sentire

La campagna Stop Funding Hate nasce nell’agosto 2016 con un obbiettivo molto chiaro alla base: fare pressione sulle grandi marche affinchè non inseriscano più le pubblicità dei loro prodotti in giornali che basano le loro vendite sull’odio, la divisione sociale e il razzismo.

Al giorno d’oggi sono molti i magazine che cavalcano l’onda dello scalpore e dei toni forti per vendere il maggior numero di copie possibile, senza neanche fare tanto per nasconderlo.

Esempi che hanno fatto molto discutere recentemente sono le prime pagine dei giornali inglesi pro-Brexit, primo tra tutti il Daily Mail che chiama “nemici del popolo” i giudici della magistratura della regina, dopo l’annuncio da parte di essi che il governo sarà impotente di attivare la Brexit senza il via libera del Parlamento britannico. Basta pensare, inoltre, ai numerosi titoli della stampa di destra dei paesi europei, primi fra tutti Ungheria, Inghilterra, Italia e Francia, che in diverse occasioni si scagliano contro i migranti con generalizzazioni dal tono polemico e duro.

Il ragionamento che sta dietro a questa iniziativa è semplice e allineato con la realtà dei fatti. I finanziamenti ricevuti da queste testate giornalistiche provengono in gran parte da privati, quasi sempre grandi marche che pagano per avere degli spazi pubblicitari riservati sulla carta stampata o sui siti web. Senza questi soldi, molti di questi giornali si troverebbero in difficoltà.

Lo scopo di Stop Funding Hate è appunto quello di sensibilizzare, informare e mobilitare il maggior numero di persone affinchè la voce di pochi diventi quella di molti, e i maggiori finanziatori di questi giornali che basano il loro lavoro sull’informazione fuorviante e la polemica decidano di fare dietrofront.

Perchè si sa, purtroppo l’odio paga. Molto di più dei racconti di fatti reali e concreti, che hanno spesso difficoltà a trovare gli adeguati spazi nelle testate maggiormente diffuse e “di parte”.

Uno dei grandi nomi che ha recentemente preso parte a questa iniziativa è la LEGO. La compagnia danese ha infatti sospeso ogni accordo pubblicitario precedentemente preso con il Daily Mail a causa del sopracitato avvenimento.

Un segnale molto forte, che è stato accolto molto bene dai promotori della campagna. La dichiarazione rilasciata da uno di loro riassume efficacemente la situazione:

“Stop Funding Hate è fiera della decisione presa dalla LEGO. Stiamo chiedendo alle grandi marche di ascoltare i propri clienti.

Le persone stanno diventando sempre più coscienti del fatto che i soldi che spendono potrebbero finire a finanziare pubblicazioni le cui storie alimentano intolleranza e divisioni. È necessario urgentemente prendersi carico di queste responsabilità.” 

Resta da vedere come prenderanno la cosa le altre compagnie alla quale l’iniziativa è indirizzata, tra le quali spuntano i nomi di Virgin, Waitrose, Marks&Spencer. La campagna è entrata nel vivo da relativamente poco tempo, ma il passaparola sta rendendo il progetto virale e potenzialmente molto efficace.