A chi non è mai capitato di trovarsi alla guida della propria auto e di disperarsi nella ricerca di un parcheggio? Quanti di voi, esasperati dalla ricerca, hanno perso le staffe imprecando violentemente contro passanti, automobilisti e amministrazioni comunali di turno?
Soprattutto chi ha a che fare quotidianamente con i grandi centri urbani può comprendere le difficoltà causate dalla mancanza di parcheggi e di come la ricerca di questi possa comportare perdite di tempo ed energie nervose, senza contare quelle economiche indotte dall’inutile spreco di carburante. Stando ai dati forniti da una ricerca, risulta che un automobilista medio, nell’arco della propria vita, trascorra circa 14 mesi in auto. Per chi si muove in città due di questi vengono unicamente impiegati (per non dire sprecati) nella ricerca del parcheggio.
Ecco, dalla Germania potrebbe giungere la soluzione ai malanni di tanti automobilisti ormai rassegnati a dover ripercorrere le stesse strade più e più volte nella speranza di un posto libero. Digital Natives UG, una startup teutonica, ha realizzato un’App destinata alle comunità locali per risolvere i problemi causati dalla ricerca del parcheggio. L’applicazione si chiama Park Tag ed è stata presentata a maggio durante il TechCrunch Disrupt, competizione tecnologica svoltasi a New York, dove 26 startup si sono date battaglia a colpi di Apps, motori di ricerca e progetti tech.
L’idea di fondo è molto semplice: creare una comunità di “social parking” composta da automobilisti che condividano le posizioni dei propri parcheggi nel momento in cui questi vengono lasciati. In questo modo gli altri utenti alla ricerca di un posto potranno controllare direttamente sul proprio smartphone i posteggi liberi o quelli che si stanno liberando.
Il funzionamento dell’applicazione è altrettanto semplice e immediato: all’utente viene mostrata una mappa dove vengono segnalati i posti auto liberi nelle vicinanze; l’utente può segnalare il proprio posto auto fino ad un’ora prima che questo venga effettivamente abbandonato, così facendo gli altri utenti potranno osservare in tempo reale quanto manca per poter occupare quella posizione. Attivando la funzione Auto-Detect sarà il vostro smartphone a riconoscere e segnalare l’abbandono del parcheggio, avvisando così gli altri utenti anche senza un vostro intervento diretto.
Per ogni segnalazione l’App prevede un’assegnazione di un punteggio, necessario a guadagnare “posizioni in classifica” per ottenere una prelazione nella segnalazione dei posti liberi. Insomma chi, grazie alle segnalazioni, riesce ad accumulare più crediti, potrà usufruire di segnalazioni più veloci rispetto a chi possiede meno punti in questa speciale classifica dedicata ai parcheggiatori social.
Per quanto riguarda invece la privacy e i problemi a essa correlati, Park Tag consente agli utenti assoluta libertà d’azione nello scegliere la quantità dei dati da condividere. Se non si vuole fornire la propria posizione e le proprie informazioni con gli altri basta attivare la modalità Auto-Detect che consente di mantenere l’anonimato, permettendo comunque all’App di individuare il parcheggio lasciato libero.
Sul sito ufficiale dell’applicazione si possono trovare alcuni dati interessanti: il 90% degli automobilisti non possiede un posto auto di proprietà, mentre il 40% della popolazione urbana possiede sia un’autovettura che uno smartphone, allo stesso tempo il 30% del traffico urbano è costituito da automobilisti alla ricerca di un posteggio. Questi dati evidenziano come, se utilizzata da un numero cospicuo di automobilisti, l’App potrebbe risolvere in parte il problema e lo stress causato dalla scarsità di parcheggi, creando una rete locale forte dove lo scambio di informazioni costituirebbe l’elemento chiave per non perdere inutilmente tempo e risorse.
Purtroppo, come detto poc’anzi, senza un utilizzo esteso da parte della popolazione urbana l’App non comporta vantaggi e risultati interessanti. Una volta scaricata ci si imbatte in una desolazione simile a quelle città fantasma tipiche del Far West, infatti non individuerete alcun automobilista social pronto a offrirvi il suo prezioso parcheggio. Al momento la situazione è questa.
In Italia le iniziative volte a risolvere i problemi di traffico e parcheggio nei grandi agglomerati urbani stanno ottenendo risultati altalenanti e non del tutto convincenti. Il modello “green” tipico dei paesi nordici (Danimarca e Paesi Bassi in primis), dove le biciclette costituiscono uno dei mezzi di trasporto preferiti e più utilizzati in alternativa all’automobile, non ha infatti ancora attecchito nel nostro Paese.
Sembra che, per il momento, la maggioranza degli italiani non possa e non voglia rinunciare all’auto per muoversi nei centri urbani. L’automobile è infatti ancora il mezzo di trasporto più utilizzato nelle nostre città: il 29,4% degli italiani la usa sempre, il 32,9% spesso, il 15,8% qualche volta e infine troviamo un 19,9% di intrepidi che non usano un’autovettura per i propri spostamenti. Per quanto riguarda invece i mezzi di trasporto e le biciclette, i dati non sono incoraggianti: il 46,2% degli italiani non usa mai i trasporti pubblici, mentre il 53,3% che non si sposta mai in bicicletta schiaccia numericamente il misero 8,6 % che invece preferisce pedalare.
Questi dati, forniti da una ricerca realizzata dall’Eurispes per analizzare le abitudini degli italiani rispetto agli spostamenti quotidiani, ci restituiscono esattamente il quadro delle nostre città: ingorghi e file chilometriche negli orari di punta, trasporti pubblici inefficienti e spesso in ritardo, mancanza di parcheggi e tariffe di sosta a pagamento elevate. Park Tag potrebbe quindi rappresentare un piccolo passo per avere città meno congestionate e più vivibili anche per gli automobilisti, non più terrorizzati da quello spauracchio chiamato parcheggio. Basterà armarsi di smartphone e iniziare a condividere, condividere e condividere ancora i vostri parcheggi, nella speranza che poi qualcuno non ve li soffi comunque da sotto il naso.