Ci sono due stereotipi che il popolo cinese porta sulle sue spalle come un fardello ormai da decenni: la nomea di copiare tutto e la credenza che i cinesi siano tutti estremamente intelligenti e meticolosi. Quest’ultimo stereotipo colpisce in particolare i più giovani, forse perché la Cina rimane tutt’oggi uno dei paesi al mondo con la più alta incidenza di suicidi tra gli studenti, proprio a causa della rigida disciplina scolastica a cui sono sottoposti. Addirittura quest’anno anche la tecnologia è scesa in campo per mantenere al massimo il livello di preparazione e concentrazione, aumentando la pressione durante i test di accesso alle università: per controllare i milioni (nove, per la precisione) di studenti intenti a svolgere i test di ammissione sono stati utilizzati dei droni.
Si tratta di un test che può incidere pesantemente sul futuro di un ragazzo e sulla sua possibilità di proseguire gli studi. il punteggio numerico che otterranno ai test decreterà in quale degli atenei potranno accedere, influenzando notevolmente le possibilità di carriera che poi si apriranno per loro. La pressione è immensa: molti di loro spendono mesi interi a prepararsi a questo test, attraversano il paese per centinaia di chilometri con l’intento di raggiungere le città principali dove si terranno gli esami. La paura del fallimento in questo contesto culturale non ha delle ripercussioni solo a livello di autostima personale, ma ha una portata quasi pubblica e sociale: i risultati scolastici, in una società che poco pensa al singolo ed è invece fortemente basata sulla carriera, sul lavoro e sullo stacanovismo, sono fondamentali e su di essi pesa il giudizio familiare e una questione di onore.