Gli ultimi anni, segnati da una crisi economica senza precedenti, hanno contribuito ad arricchire il vocabolario di quanti quotidianamente non si occupano di economia e finanza. Termini come “spread” sono infatti divenuti, quasi inconsapevolmente, di uso quotidiano. ‘‘Tapering”, in questo senso, sembra destinata ad essere la parola chiave nei prossimi mesi. Definibile letteralmente come “assottigliamento”, il tapering altro non è che la paventata riduzione del “Quantitative Easing” da parte della Federal Reserve. Tradotto: la riduzione di acquisto di titoli stato (per un controvalore di 85 miliardi al mese) che la Banca Centrale americana ha posto in essere a partire dall’ottobre 2012.
La misura in sé è sulla bocca degli analisti e degli esperti di finanza da mesi. Quello che piuttosto, col passare delle settimane, appare sempre meno chiaro è il come e il quando il tapering farà il suo debutto. La deadline quest’estate sembrava destinata ad essere fissata per settembre, ma, nel corso della prevista conferenza settembrina della Fed, Bernake ha lasciato intendere che, non solo i tempi per la fine del quantitative easing non sono ancora maturi, ma anche che la sua progressiva riduzione è da considerarsi rimandata.