Tecnologia e Lavoro: Futuro Apocalittico o Pacifica Tolleranza?

robot and labour market

La tecnologia, un convivente perfetto: si ricorda gli appuntamenti, le sveglie, conserva i documenti senza invadere la casa di scartoffie. Relazione perfetta, o quasi. Ma se a un certo punto ci sfrattasse dal paradiso idilliaco dei pixel? È ciò che si chiedono molti economisti, soprattutto dopo gli annunci di Otto, McDonald’s e Amazon.In seguito alla recente comunicazione di Bezos, i sorrisi entusiasti e curiosi hanno lasciato la poltrona all’amarezza e alla preoccupazione.

Se da un lato si può obiettare che sia abbastanza ovvio inserire l’automazione nel lavoro, dall’altro c’è da chiedersi se la tecnologia sia ancora nostra alleata oppure giochi sul fronte opposto. Nel primo caso si ripensa l’organizzazione del lavoro per produrre più beni e servizi con lo stesso tasso di occupazione, la seconda opzione è la scorciatoia per aumentare la disoccupazione in nome dell’efficienza e di una produzione costante.

Alcuni si sono allarmati per il rischio di estinzione di tutti i mestieri con il dito puntato sui giganti, che stanno rivoluzionando le regole del mercato. Ma dietro i robot e gli automatismi, ci sono grandi sforzi e tentativi di inventare nuovi lavori, nuovi modi per valorizzare il lavoro dell’essere umano (McDonald’s, per esempio, sta cercando di introdurre il servizio al tavolo per compensare l’introduzione delle macchinette delle comande).

Altri allarmismi infondati rigurdano i settori ad alta intensità di lavoro: educazione, cura del bambino e dell’anziano. In questi campi la domanda di lavoro è in forte crescita, offre opportunità a differenti livelli di qualifica e non è direttamente minacciata dai robot. La sanità non rientra nell’elenco dei privilegiati dato che dal 2014 la Duke University sta studiando per creare la versione reale di Baymax, l’operatore sanitario della Disney. Si chiamerà TRINA, acronimo di Tele-Robotic Intelligent Nursing Assistant.

Tuttavia, alla fine le vittime saranno soprattutto i lavori che richiedono poche qualifiche: si parla di un futuro apocalittico per cassieri e impiegati dei fast food, che coinvolgono più di sei milioni di persone negli Stati Uniti.

TRINA

Il quadro già abbastanza critico non è ancora completo. All’appello manca la Federal Reserve, una pedina tanto lontana quanto cruciale. Ha il potere di aumentare il denaro in circolazione nella società per far crescere la spesa dei cittadini e, quindi, creare nuovi posti di lavoro.

Potere da esercitare con l’acquisto dei bond governativi per ridurre i tassi di interesse oppure stampando carta moneta. Se nel 2009 era disposta a tutto per aumentare la spesa e creare posti di lavoro, adesso, che l’economia è più forte, la questione sembra essere più controversa, specialmente per i suoi effetti sull’inflazione.

Federal Reserve

Si sta pensando addirittura di alzare i tassi di interesse. Una mossa alquanto discutibile per la crisi profonda del mercato del lavoro, comprensibile per la salvaguardia del quadro generale. Infatti, se la Fed continua a tenere i tassi di interesse così bassi, non sarà in grado di dare il giusto supporto all’economia nella prossima recessione.

Trovare un compromesso è la nuova missione impossibile su Marte, ma una politica monetaria efficace sembra essere la chiave di volta per una pacifica tolleranza tra progresso tecnologico e forza lavoro

Perciò, i pixel e i robot non sono gli unici imputati, semmai ciò che deve essere tenuto sotto la lente d’ingrandimento è la reattività della Federal Reserve di fronte alla velocità di insediamento dell’automazione.