Lo scorso 16 Ottobre, presso il Teatro Dal Verme di Milano, si è tenuta la quarta edizione del TedxMilano. Per chi non lo conoscesse, il TED (Technology, Entertainment, Design) è un’organizzazione non-profit che ogni anno tiene una conferenza nella città di Vancouver, perseguendo l’ormai famosa mission “Ideas worth spreading”. Detto così, potrebbe tanto incuriosirvi quanto sembrarvi banale, ma basti sapere che il successo di questo evento è stato così dirompente che ad oggi l’organizzazione viene definita come “La grande macchina globale delle idee”, essendosi diffusa su scala internazionale.
Di cosa trattano queste idee che valgono la pena di essere diffuse? Non fatevi ingannare dall’acronimo: le discussioni tenute durante le svariate conferenze, oltre a toccare i tre ambiti citati, spaziano dal business all’arte, passando per la scienza, la medicina e la politica. Tutti i talks della conferenza – e questo va ricordato – hanno come massimo comune divisore il tema dell’evento. Nel presente caso era “Incroci”: un invito a considerare quanto fossero importanti per il futuro proprio e degli altri quei momenti in cui competenze, conoscenze, esperienze e cultura di un individuo, andandosi a intersecare con quelle altrui o tra esse stesse, generavano un valore altrimenti impercettibile.
Una piacevolissima giornata, dunque, trascorsa con formidabili personalità, riportate nell’apposita sezione sul sito ufficiale. Tra tutte queste, però, alla vostra attenzione ne riportiamo tre che si sono contraddistinte per genialità, determinazione e soprattutto passione.
Gianantonio Locatelli
Imprenditore agricolo, fornitore di latte per i produttori di Grana Padano. Grazie ad un meccanismo di trasformazione degli escrementi delle sue 3500 mucche, inoltre, riesce a produrre per la sua azienda un quantitativo di elettricità che potrebbe illuminare un paese di tremila abitanti.
Arriva sul palco con fare insolito, fermandosi in un punto ed iniziando a muovere continuamente la gamba. Un uomo di 60 anni forse emozionato davanti ad un pubblico non esiguo, ma che presto rivela la sua genialità con un’invidiabile vena ironica.
Sì, perché con gli stessi escrementi con i quali produce energia elettrica, il signor Locatelli, insieme ai collaboratori Massimo Valsecchi, Luca Cipelletti e Gaspare Luigi Marcone, ha messo su a Castelbosco (Piacenza), in occasione dell’Expo di Milano, il “Museo della Merda”. Un museo frutto dell’incrocio tra arte, architettura, agricoltura ed ingegneria ambientale che si pone come obiettivo principale quello di spiegare al visitatore, di stanza in stanza, come quella che il signor Locatelli ci tiene a chiamare nel senso più viscerale del termine possa creare un valore aggiunto non indifferente non solo in relazione alla produzione di energia, ma anche per la creazione di elementi di costruzione, suppellettili ed oggettistica.
“Un centro di raccolta per chi ha idee su come riutilizzare le deiezioni e per chi vuole raccontare il loro ruolo nella storia dell’uomo”.
Produzione di energia elettrica e riscaldamento per tutte le aree, gli uffici ed il museo in maniera del tutto “green”; un ulteriore business scaturito dalla vendita di quella che viene definita “Merdacotta”, oltre alla principale attività di produzione del latte. Un genio.
Lucia Del Mastro
Oncologa e direttrice dell’Unità Sviluppo Terapie Innovative al San Martino-Istituto Tumori di Genova, originaria di Agnone (SA). Trapiantata al Nord da molto tempo, ma che porta ancora nel cuore il mare della sua casa e la cadenza del suo dialetto. Madre di due figli ai quali riesce a dedicare il suo tempo nonostante le lunghe giornate di lavoro e l’assenza del marito, Marco Venturini, oncologo di fama internazionale venuto a mancare nel 2011.
Si occupa, nello specifico, della cura delle donne con cancro mammario. Un suo studio ha permesso di scoprire che un farmaco ormonale antitumorale, la triptorelina, può essere utilizzato anche per la preservazione delle ovaie delle donne giovani, ben sapendo che i cicli di chemioterapia molto spesso ne compromettono la fertilità. I risultati degli esperimenti sulle donne sottoposte alla chemioterapia hanno presentato un’elevata percentuale di ripresa del ciclo mestruale e della gravidanza.
“Tenere in braccio i primi bambini nati dalle pazienti che hanno partecipato allo studio mi ha regalato una grandissima emozione”.
Come se non bastasse, questo grandioso risultato la porta nel 2011 a parlare del suo progetto su Jama, una delle riviste cliniche più prestigiose al mondo e ad essere argomento di discussione di altre riviste scientifiche internazionali.
Una donna forte e determinata, che ama il suo lavoro, la sua famiglia e soprattutto i suoi bambini, ai quali decide di dare la priorità su ogni cosa. Tra i prossimi progetti ne è in atto uno che permetterà alle donne di congelare i propri ovuli prima di sottoporsi alla chemio. Credete fermamente anche voi che riuscirà nel suo intento? Eroina!
Andrea Pontremoli
Dopo molti anni in IBM Italia, all’interno della quale era arrivato ad ottenere un ruolo di Presidente ed Amministratore delegato partendo da una posizione di tecnico di manutenzione, Andrea Pontremoli decide di accettare una nuova sfida: quella di Dallara Automobili, azienda italiana costruttrice di vetture da competizione.
Un grande oratore che infonde fiducia negli ascoltatori presenti e soprattutto li esorta a continuare ad imparare, ad assumere competenze e migliorarsi di giorno in giorno. Fa leva sulle difficoltà che si incontrano sul nostro territorio cercando di farci capire che esse stesse devono essere viste come un motivo in più per incrementare le nostre conoscenze e le nostre esperienze.
“ Noi italiani, a differenza di altre culture, siamo abituati a gestire il caos. A partire dagli anni dell’Università!”.
Continua, poi, parlando di Dallara. Una realtà consolidata che prende forza dal territorio nel quale è sita per continuare ad innovare senza freni, ribadendo il concetto secondo cui oggi come non mai è di fondamentale importanza la sintonia creata dalla giusta intersezione tra azienda ed ambiente generale. Il risultato più eclatante di quanto detto è riscontrabile nella costruzione del Dallara D3 Simulator: un enorme simulatore che permette al pilota ed al team di supporto di vivere in realtà virtuale tutti gli istanti di una corsa automobilistica. Un sistema avanzatissimo che consente soprattutto a chi vive la gara in prima persona di ripercorrere il tracciato con una precisione dei dettagli mai provata prima riuscendo, ad esempio, a capire le caratteristiche di ogni singola curva e quindi la velocità ottimale alla quale dovrà essere percorsa.
“Proponemmo questo progetto inizialmente ai nostri ingegneri e ci risposero che sarebbe stato impossibile. Lo abbiamo chiesto poi a 14 neo laureati. Non sapevano che fosse impossibile e lo hanno fatto”.