Allineare i vari obiettivi di un’azienda e renderli misurabili non è una novità: già Norton e Kaplan, ideando la scheda di valutazione bilanciata (o Balanced Scorecard) avevano in mente una visione olistica della strategia d’impresa. Secondo un recente articolo dell’Harvard Business Review, tuttavia, il ruolo del Direttore risorse umane (CHRO in inglese n.d.r.) sarebbe sottovalutato rispetto alle sue effettive potenzialità di stretto collaboratore strategico dell’Amministratore delegato. Inoltre, un recente studio di McKinsey mostra che la funzione delle Risorse umane è classificata all’ottavo posto tra quelle più importanti per le aziende.
I tre principali contributi che il Direttore risorse umane apporta sono: la previsione dei risultati dello sviluppo strategico delle risorse umane, la diagnosi dei conflitti interpersonali a livello del personale che hanno un impatto negativo sulla performance aziendale e, infine, la soluzione in termini di azioni che riguardino le persone che operano all’interno dell’azienda e che creino valore aggiunto per quest’ultima.
L’approccio vincente, secondo gli autori dell’articolo, sarebbe creare un gruppo decisionale che preveda la cooperazione di Amministratore Delegato (CEO n.d.r.), Direttore risorse umane e Direttore finanziario (CFO n.d.r.). Ad esempio, per quanto riguarda il primo contributo del CHRO, la previsione dei risultati comprende sia l’aspetto finanziario, costituito da indici che misurino l’effettiva performance degli impiegati, ma allo stesso tempo una considerazione del loro reale apporto in termini di risorse umane. Per questo, il CHRO e il CFO devono collaborare nel definire i risultati da raggiungere.