Con le vacanze ormai alle porte, può capitare a chiunque di spulciare i più svariati siti internet o dépliant informativi alla ricerca delle offerte più intriganti per trascorrere un’estate da sogno. Così facendo, non si può che trarre una semplice conclusione: il mercato del turismo ne ha un po’ per tutti i gusti. Se i più tradizionalisti sposano un’idea di vacanza fatta di spiagge caraibiche, mare e riposo assoluto, i più estrosi hanno trovato soluzioni certamente più curiose per scappare dallo stress della routine. E’ a questo punto che si rischia di imbattersi in una delle realtà più stravaganti degli ultimi anni: il Dark Tourism.
Letteralmente tradotto come “Turismo Nero”, il Dark Tourism è l’interesse turistico indotto dai mass media per luoghi che in passato, o più recentemente, sono stati scenari di fatti di cronaca, eventi criminali, luttuosi o scabrosi che hanno avuto una vasta risonanza mediatica. Fin qui potrebbe sembrare l’ennesima moda bizzarra del ventunesimo secolo, ma non è così.
Stando a quanto riporta l’Institute for Dark Tourism Reasearch dell’Università inglese di Lancashire, le radici di questo fenomeno affondano fino ai tempi di Thomas Cook, il padre del turismo moderno. Il fondatore dell’omonima agenzia di viaggi, infatti, tra i soggiorni proposti ai clienti nella prima metà del 1800, poteva “vantare” alcuni tour della Cornovaglia, finalizzati ad assistere come pubblico ad impiccagioni ed esecuzioni pubbliche, molto comuni in Inghilterra tra il 1700 e il 1800. Waterloo, Gettysburg, Normandia: quelli che un tempo furono teatri di sanguinose battaglie, oggi sono diventati vere e proprie mete per turisti con uno strano senso di curiosità e di avventura.