Una Breve Guida all’Economia del Natale

Sono arrivate le festività natalizie, periodo di riposo e ricongiungimento familiare. Il ritmo delle nostre vite, in media, rallenta e la frenesia quotidiana subisce uno stop momentaneo. L’economia però non si ferma. Vediamo insieme cosa gli economisti possono insegnarci sul Natale:

1)      L’economia subisce un’espansione grazie allo shopping natalizio, il cosiddetto “effetto Babbo Natale”. La non regolarità dell’attività economica durante l’anno è chiamato dagli economisti “stagionalità”. Nell’ultimo trimestre dell’anno i consumi aumentano notevolmente per regali, pranzi e cene, attività ricreative varie e vacanze.  Inoltre, per soddisfare l’aumento nella domanda di beni, le imprese aumentano la produzione e l’occupazione ne risente poiché vengono assunti lavoratori temporanei per fronteggiare la maggior domanda di beni (sebbene questo vari a seconda della grado di flessibilità del mercato del lavoro). La stagionalità non è però prerogativa del periodo natalizio e si verifica in settori diversi in periodi differenti dell’anno: l’esempio principale è il turismo balneare durante il periodo estivo.

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Come si può notare, il PIL fluttua enormemente durante l’anno (da -20% a +50%) e si possono osservare due picchi: il primo è in corrispondenza dei mesi di Aprile/Maggio e il secondo nei mesi di Ottobre/Novembre/Dicembre.  E’ normale avere difficoltà nel riconoscere i picchi: il PIL varia a causa di stagionalità, ciclo economico (espansioni e recessioni) e crescita di lungo periodo. Questi componenti si sovrappongono e vengono usate sofisticate tecniche econometriche per distinguerli.