Il DDL sullo sviluppo collegato alla Legge di Stabilità è fermo ai box: il lungo “lavorio” del MISE per introdurre il taglio di 2-3 miliardi di euro degli oneri sulla bolletta elettrica per imprese e famiglie non ha portato effetto. I sussidi per le energie rinnovabili valgono fra i 10 ed 1 12 miliardi annui, oltre il 10% del valore totale delle bollette pagate dagli utenti; intento del MISE era tagliare di 2-3 miliardi questo costo, che si sarebbe tradotto in un “raffreddamento” del 2% dei costi finali dell’energia. Questo punto era il “pilastro” di tutta la manovra prevista dal MISE. Sul come, il MISE ha proposto la cartolarizzazione degli incentivi verdi attraverso la emissione di “bond” (obbligazioni) emesse dal Gestore unico per i Servizi Energetici (GSE) cui spetta il coordinamento dei sussidi in questione. Non è chiaro come questi “bond” possano essere emessi da parte di un organo assimilabile ad una “agenzia” come il GSE, privo dei requisiti patrimoniali e funzionali per sostenerne l’emissione. L’emissione di “bond” da parte del GSE verrebbe considerata, inoltre, maggior debito dello stato, come censito e rilevato da Eurostat. Infine, in caso di realizzazione del bonus-energia, si aprirebbe la discussione sui destinatari di tale bonus (imprese, famiglie) e modalità di ristorno. Quando si discute sulla distribuzione della torta prima di averla messa in forno.
Una Tazzina di Caffè con i Bonus-Energia
