Il 72% degli ingredienti dei prodotti alimentari italiani proviene da produzioni nazionali. Una quota che può apparire non così alta come ci si potrebbe attendere (perché non il 100%?), ma molti prodotti non possono farne a meno: dal caffè a cioccolato, soia, grano, materie prime che l’Italia non produce. La filiera alimentare italiana vale 133 miliardi, 6.200 imprese, 407.000 addetti, 27 miliardi di esportazioni. I produttori italiani indicherebbero volentieri la provenienza della materia prima, specie se questa è italiana, ma la legislazione europea non lo consente. L’etichettatura è un impegno che costa, ma sarebbe un giusto riconoscimento a tante azioni di controllo: ogni giorno 6.500 imprese effettuano 2,8 milioni di controlli, quasi 1 miliardo l’anno. Ma molto resta da fare: solo con le nuove regole UE in via di introduzione si avrà un’indicazione delle voci “origine”, “allevato” e “macellato” per le carni fresche refrigerate e surgelate suine, ovine e pollame.
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