In Europa ogni anno si consumano 40 milioni di tonnellate di plastica; per produrne una tonnellata, occorrono 900 litri di petrolio, 180 metri cubi di acqua, 14.000 KWora di energia. Per una tonnellata di plastica riciclata servono 2 tonnellate di plastica usata, 1 metro cubo d’acqua, 950 KWora di energia. Ottime ragioni per riciclare quanta più plastica possibile; ma farlo è complesso: in Europa, il 90% della plastica usata finisce in discarica o termovalorizzatori, mentre vetro e carta sono riciclati al 50%, l’acciaio quasi al 100% (in Germania il 50% dell’acciaio prodotto viene da rottame). I sistemi tradizionali per separare i metalli non funzionano con la plastica (per ragioni di proprietà fisiche, elettrico-magnetiche e composizione chimica), ma con nuove tecnologie il riciclo della plastica è possibile, e chi lo ha sviluppato sta crescendo in modo esponenziale. Il mercato potenziale è enorme: dagli anni 50 in poi oltre 1 miliardo di tonnellate di plastica è stato gettato nell’ambiente, centinaia di migliaia di tonnellate ogni anno vengono dirottate verso paesi in via di sviluppo e trattati in modo inquinante. Solo in Italia, in modo legale, nel 2012 200.000 tonnellate di plastica sono state portate all’estero per un valore stimato di 54 milioni di euro (valore di realizzo), cui si aggiungono 22.000 tonnellate di pneumatici usati per altri 21 milioni di euro. Non censita la dimensione illegale (sequestrati 11.400 tonnellate di rifiuti plastici, la punta di un grosso iceberg). Nulla si distrugge, molto si può ricreare, in modo rispettoso dell’ambiente e con costi sostenibili. Pecunia non olet.
Photo credit: Mr. T in DC / Foter.com / CC BY-ND