Valutare le Università: Luci e Ombre di un Sistema Imperfetto

Dieci, cento, mille. Sono tantissime le classifiche di università e atenei che leggiamo ogni giorno nel mare magnum del web.

Il tema della valutazione delle università è un argomento ampio e complesso, che include elementi spesso discordanti e contraddittori. Non è infatti inusuale che in queste graduatorie confluiscano voci e parametri di diversa natura usati indifferentemente in una analisi di più largo raggio. Anche a causa di ciò, ma non solo, si vanno a delineare le sostanziali differenze che è facile registrare nel complesso sottobosco di classifiche e diagnosi statistiche degli atenei italiani ed internazionali.

Al variare dei parametri usati per misurare la qualità degli atenei, si possono avere classifiche molto diverse tra loro. Lo studio della qualità degli atenei è perciò un tema spinoso e ricco di sfaccettature che, non a caso, ha alle spalle quasi mezzo secolo di studi. Indagini che hanno preso invece piede in Italia solo in tempi recenti, da non più di dieci anni a questa parte (essenzialmente dalla riforma che ha visto la nascita del “3+2”).

La prima distinzione che l’atto valutativo tende a prendere sotto esame è la classificazione degli atenei in base alle loro dimensioni. Dai più “piccoli”, con meno di 10.000 studenti, agli “oversize”, che contano 30.000 se non addirittura 40.000 unità.