In Italia tutti conoscono la Salerno-Reggio Calabria: l’autostrada A3 che con i suoi 494,6 km di estensione è entrata a far parte dell’immaginario comune italiano, spesso come simbolo dell’inefficienza pubblica e delle infiltrazioni malavitose. La sua costruzione è iniziata negli anni ‘60 e non si è mai conclusa, risucchiando ingenti risorse economiche e richiedendo interventi di ristrutturazione ancora prima di vederla terminata.
Negli anni tante cose sono cambiate, compreso il contesto socio-economico. Alle difficoltà economiche della regione si sono aggiunte quelle dello Stato italiano e, in un contesto di spending review, ci si è posti il problema di come portare a termine il progetto in modo sostenibile, combattendo la malavita e regalando un’infrastruttura all’altezza di uno dei più importanti Paesi al mondo.
Il governo della regione Calabria ha perlustrato diverse possibilità e, tra le molte, una spicca per originalità e potenzialità: le città verticali. Sfruttare le strutture di supporto di ponti e viadotti, che abbondano lungo l’ A3, per costruire mini città con negozi, centri di intrattenimento e case, alimentate con la luce solare. L’idea segue una logica inversa rispetto a quella dei grattacieli. La superficie del ponte sarà adibita al passaggio di automezzi e presenterà una corsia riservata esclusivamente ai pedoni e ai cittadini della mini città, che usciranno dal basso grazie all’uso di ascensori. Il progetto può avere un potenziale enorme ed essere applicato a livello mondiale.