Il futuro dei videogiochi, e più in generale dell’animazione, potrebbe arrivare in anticipo di qualche anno rispetto a quanto sarebbe stato lecito aspettarsi. Se solo qualche anno fa abbiamo assistito alla rivoluzione delle immagini in 3D, ora sembra che l’era degli occhialini speciali e delle immagini che “escono” dallo schermo sia giunta al termine. Perché in fondo l’attuale tecnologia 3D non può bastare: dà l’impressione della tridimensionalità delle immagini, ma la visione dello spettatore resta inesorabilmente frontale e monodirezionale.
La rivoluzione potrebbe arrivare dal prototipo Voxiebox, presentato qualche giorno fa al “The Game Forum”, piccolo evento tenutosi a New York dedicato agli sviluppatori indipendenti e ideato dall’americano Sean Kean. In sostanza si tratta di uno schermo volumetrico, dentro a cui vengono proiettate immagini, che, vibrando ad alte frequenze, danno l’impressione di svilupparsi in 3 dimensioni. La novità di Voxiebox non sta tanto nell’illusione della profondità delle forme, quanto nel fatto che le immagini proiettate risultano essere a tutto tondo, cioè osservabili da ogni angolatura e posizione: l’osservatore si troverà, quindi, davanti ad immagini apparentemente dotate di una propria massa e di un proprio volume.
Per ora la qualità delle immagini è ancora molto bassa, e perciò Voxiebox non è ancora pronto per l’immissione sul mercato e per entrare nell’uso quotidiano, ma è chiaro che le potenzialità di un oggetto di questo tipo sono enormi, e in molti sono pronti a scommettere che possa fungere da cavallo di Troia, grazie a cui tecnologie simili sfonderanno il tradizionale mercato dei videogiochi e dell’animazione. Dopo tutto anche le prime macchine non erano competitive rispetto alle carrozze a trazione animale.
Un divertente retroscena di Voxiebox è la sua sorprendente somiglianza con la speciale scacchiera olografica con la quale Chewbacca e C-3PO giocavano in Star Wars IV. Una nuova Speranza, tanto che non è difficile pensare che proprio da lì sia arrivata l’ispirazione per il prototipo sviluppato da Sean Kean. Sale così la curiosità per vedere quanti altri fantascientifici dispositivi, partoriti dalla mente di qualche scrittore, regista o sceneggiatore e prima presenti solo in film o romanzi, entreranno a far parte della nostra vita quotidiana in un futuro remoto o prossimo.