“Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, […] di ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere” (Carta dei diritti dell’uomo, 1948). Oggi che significato ha parlare di libertà? Una risposta ci arriva dall’organizzazione indipendente Freedom House, che indaga annualmente il grado di libertà in diversi Paesi considerando vari aspetti tra cui la possibilità di stampa indipendente, di parola, l’accessibilità a informazioni in internet e la sorveglianza statale. Fulcro dell’analisi rilasciata il 3 ottobre scorso è la libertà di espressione in rete e dei mezzi di comunicazione su internet, su un campione di 60 Stati; si testava l’accessibilità a determinati siti internet e a numerose fonti web.
Le statistiche hanno mostrato un trend negativo per 34 Paesi per lo più di regime autoritario, come Vietnam ed Etiopia, dove il governo è intervenuto con pratiche legislative per limitare le critiche di blogger e giornalisti nei confronti delle autorità. In alcuni Paesi democratici vige un sistema di “libertà controllata” a causa del controllo per la sicurezza nazionale, come negli Stati Uniti dove la lotta contro il terrorismo ha limitato l’accessibilità ad alcuni siti internet potenzialmente pericolosi. Nonostante il declassamento adesso li troviamo al quarto posto nella classifica globale.