World Pasta Day: ma agli Italiani Piace Ancora?

“Everything you see, I owe to spaghetti!”, rispose Sophia Loren quando le chiesero il segreto della sua forma. Oggi, a differenza di allora, con tutta probabilità una donna italiana non direbbe più lo stesso. Ma una giapponese o un’americana forse sì.

Secondo una ricerca effettuata da Nielsen tra il 2008 e il 2012, le donne in età dai 26 ai 30 anni che considerano la pasta un alimento ingrassante sono aumentate del 26%. Nell’ultimo decennio, stando a quanto raccolto dal Wall Street Journal, in Italia si è passati dai 40 kg consumati per famiglia nel 2003 ai 31 kg consumati del 2013. Un crollo pari a quasi il 25%. Un dato curioso e decisamente in controtendenza con la nostra storia e la nostra tradizione. Basti pensare a Gragnano, comune campano meglio conosciuto come “la città della pasta”, appena 30.000 abitanti ma ben 150 diversi pastifici.

Sia chiaro, la pasta è e rimane un piatto storico del Belpaese. I dati 2012 indicano che gli italiani, coi loro 26 kg pro capite all’anno, si confermano in testa alla classifica dei consumatori. Al secondo posto si classifica il Venezuela con 12,7 kg, e a ruota Tunisia, con 11,7 kg, Svizzera, con 10,1 kg e, al quarto posto, gli Stati Uniti con 9 kg a testa. Ma quanto durerà questo primato? La pasta è ormai sempre più un alimento mondiale. E lo sarà sempre di più.

Il 25 ottobre, a Istanbul, si è celebrata la giornata mondiale della pasta e si è festeggiato un altro primato per l’Italia: il record di esportazioni dal Belpaese. Secondo uno studio di Coldiretti, i dati dell’Istat relativi al mese di gennaio 2013 hanno fatto registrare un record storico per la quantità di pasta comprata e consumata all’estero. Si tratta di un vero boom: dalla Russia fino agli Stati Uniti passando per Africa, Asia e Sud America.

Due terzi dell’export di pasta sono finiti nei Paesi dell’Ue, con un incremento medio del 16%. Ma il risultato più sorprendente arriva dal mercato statunitense e canadese, dove le esportazioni sono cresciute rispettivamente del 61% e del 47%. Considerando anche l’America Latina, si arriva a un +78% di esportazioni. Da un continente all’altro la pasta sembra spopolare: in Asia l’export ha fatto segnare un incremento del 38%. Al vertice c’è ancora il Giappone, che registra un +36%, lo stesso della Cina. Pazzeschi i dati di India (+86%), Africa (+140%) e Russia (+127%), mercati potenzialmente enormi.

La Coldiretti sostiene che l’Italia costruirà il proprio futuro tornando proprio a fare l’Italia, ovvero valorizzando al meglio quello che ha già di unico e di esclusivo, a cominciare dal cibo. Forse, così facendo, potremmo evitare a qualche star qualche uscita infelice. Come dimenticare infatti le parole con cui Naomi Campbell nel 2006 vinse il premio “gaffe dell’anno”: “Adoro il cibo tradizionale inglese, non c’è nulla di meglio di un buon piatto di pasta…”.

Photo credit: Guy Renard 25 / Foter.com / CC BY