“Se dovessi descrivere il movimento delle Junior Enterprise in poche parole utilizzerei un espressione: Youth Empowerment. Perché, se da un lato, è uno strumento per dar voce ai giovani che vogliono prendere in mano il proprio futuro, dall’altro, è un incentivo per gli studenti determinati e ambiziosi a fare qualcosa di concreto e ad assumersi delle vere responsabilità” lo definisce così Ioana David, Presidente di JADE – il network europeo delle JE– in occasione del video promozionale appena uscito (vedi sotto).
Ma cosa sono e come operano le Junior Enterprise?
Nate nel 1967 con l’obiettivo di favorire e promuovere l’imprenditorialità tra gli studenti universitari, le Junior Enterprise sono associazioni no profit che operano sul mercato come vere e proprie società di consulenza. Sono formate da team di cosiddetti Juniors Enterpreneurs, studenti universitari di età media compresa fra i 19 e i 24 anni, selezionati in modo rigoroso, qualificati e motivati a mettere in pratica le competenze acquisite sui banchi universitari. Le “Junior”, come vengono spesso chiamate dagli addetti ai lavori, forniscono la preziosa occasione di lavorare su progetti commissionati direttamente dalle imprese e di mettersi alla prova gestendo in prima persona una vera e propria realtà aziendale. Tutto questo, però, senza essere retribuiti. Ogni compenso ricavato dai progetti di lavoro, infatti, viene reinvestito nella formazione degli associati, al fine di dare loro una preparazione a 360 gradi.
Per quanto riguarda la storia, la prima Junior Enterprise ad essere costituita in Italia è stata JEME Bocconi fondata nel 1988 a Milano a cui, fino ad oggi, ne sono seguite altre sparse fra l’Università Statale, il Politecnico e la Cattolica di Milano, la Liuc di Castellanza, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Parma, la facoltà di ingegneria di Vicenza, l’Università degli Studi di Teramo, quella di Benevento e Sannio, e a cui si affiancano 2 Junior Initiatives, rispettivamente presso l’Università Roma tre e La Sapienza.