2021: Il sole continua a sorgere ad Ovest

Quello  che  stiamo  vivendo  non  è  una  situazione  normale  o  che  può  avere  riferimenti  con  il passato. Una situazione costantemente dominata da un interventismo monetario che serve solo a tappare  dei buchi che diventano sempre più grandi e che dipendono da eventi socioeconomici come  l’aumento  della  disparità  di  reddito,  l’incremento  demografico,  l’invecchiamento  della popolazione,   la   crescita  esponenziale  di  tecnologia  e  robotica.  Governi  e  Banche  Centrali cercano   di  governare  questi  macro  fenomeni  al  meglio,  a  volte  anche  contrastandoli  per riportare  la  situazione  nell’alveo  di  un  contesto  classico,  anche  se,  evidentemente,  non  è  più  in questo inquadrabile.

La  realtà  distorta  parte  dai  tassi  negativi  e  tutto  potrebbe  spiegarsi  con  il  loro  andamento  negli ultimi  10  anni  che  sta  stravolgendo  il  rapporto  con  il  denaro  sino  a  minare  le  basi  delle  teorie economiche  conosciute.  Accettare  che  il  denaro  non  sia  più  remunerato  ed  anzi  sia  un  costo, ribalta  completamente  il  rapporto  tra  creditore  e  debitore:  se  il  debito  diventa  un  premio  e  il credito   un   costo,   le   ragioni   stesse   del   risparmio   vengono   meno.   Questo,   a   sua   volta   ha inevitabilmente  conseguenze  su  conquiste  sociali  quali  il  sistema  pensionistico  che,  allo  stato dell’arte, si troverebbe a poter restituire importi inferiore a quanto ricevuto.

Se volessimo trovare una definizione per questa situazione, potremmo definirla come una realtà completamente distorta da una rivoluzione anarchica, dove tutto è lecito. Tutti i metri valutativi sono distorti, come se un magnete fosse stata posta sotto la bussola facendone impazzire l’ago e dunque è lecito avere multipli del mercato azionario ai massimi e tuttora in rialzo, come è lecito immaginare gli indici in ulteriore forte progresso nei prossimi anni.

Certamente fintanto che la situazioni dei tassi resterà questa, tutto è possibile, ma è necessario avere la consapevolezza che presto o tardi arriverà il conto.

Il debito pubblico monetizzato che ha costretto gli investitori a spostare enormi quantità di denaro su investimenti e capitali di rischio, dovrebbe creare un volano per l’economia reale e stimolare l’occupazione. Ma non è così. I flussi di capitale non fanno che spingere i valori azionari verso terre inesplorate: tengono in vita aziende decotte, bloccano il ciclo di mortalità delle start-up.

Il risultato è un’economia reale completamente disconnessa dell’ecosistema finanziario, e la frattura tra Wall Street e Main Street sembra la perfetta metafora tra la vita di tutti i giorni e il casinò.

Al nostro tavolo abbiamo in questo momento un “Croupier” compiacente che ci offre carte vincenti, e questa è sicuramente una prospettiva molto allettante; ma l’atmosfera ovattata del casinò dei mercati non ci deve far dimenticare quanto ci attende fuori, perché le prospettive per i prossimi anni sono tutt’altro che semplici e le banche centrali sono ben consapevoli dei gravosi compiti che le attendono e che potrebbero far ricredere gli investitori in merito alla loro benevolenza.

D’altro canto il compito anche allargato delle Banche centrali è la stabilità dei prezzi e la crescita economica, non l’aumento delle quotazioni dei listini borsistici. Questo semmai è un passaggio intermedio, un mezzo non un fine per le Banche Centrali. Pertanto anche se al momento sono concentrate sull’aspetto di crescita del loro mandato, presto o tardi dovranno chinarsi anche al cospetto della stabilità dei prezzi, ritirando la liquidità immesso e agendo sui tassi di interesse.

Questo non è ancora probabilmente il momento ed è tuttora lecito ed opportuno continuare a compiacersi della situazione.

Iniziamo tuttavia a maturare con serenità questa prospettiva perché potrebbe scongiurare il rischio di farci fare la fine del povero Narciso che, accecato dalla bellezza della sua immagine riflessa in uno specchio d’acqua, morì annegato nel lago in cui si stava specchiando.