Adidas Si Aggiudica i Diritti delle Stan Smith

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Nate negli anni Settanta, le Stan Smith sono il modello di scarpa sportiva più in voga del momento. In principio, sono state pensate per celebrare l’omonimo campione americano che nel 1972 si è aggiudicato dal coppa Wimbledon (il più antico e prestigioso torneo di tennis, ndr).

L’attuale successo è dovuto sia alla sua allure vintage sia all’estrema versatilità del modello: questo ha permesso ad Adidas di superare le vendite del celebre modello della concorrente Nike “Jordan XII”. Tuttavia, la presente rivisitazione del modello originale di Stan Smith ha creato qualche acceso contrasto con un’altra azienda, la Puma. Quest’ultima, nata negli anni Quaranta dal litigio tra i due fratelli Dassler – uno dei quali è fondatore della Adidas -, ha deciso di citare in giudizio l’eterna rivale per aggiudicarsi i diritti del nuovo design della scarpa da tennis.

Il modello in questione si chiama “Boost“: secondo Puma, Adidas avrebbe copiato il suo spessore della gomma violando uno dei brevetti da lei posseduto. Tuttavia, un tribunale di Braunschweig ha dichiarato lo scorso 19 giugno che non si tratta di plagio poiché sono state riscontrate delle notevoli differenze tra il modello Puma e la Stan Smith Boost.

Dunque, Adidas non solo potrà continuare la produzione del suo fiore all’occhiello, ma avrà anche la possibilità di portare avanti il suo piano strategico di espansione della quota di mercato americano.

Questa è solo l’ultima delle contese tra le due aziende tedesche. Infatti, la loro storia è costellata di incomprensioni e colpi bassi a partire dagli albori, quando i due fratelli Dassler hanno deciso di fondare un’azienda sportiva nel 1924 in un piccolo paesino bavarese. Dopo vent’anni di successi e risultati stellari, i due si separano. Nel 1947, Rudolf Dassler decide di continuare per la sua strada e fonda la Puma; Adolf, d’altra parte, si ispira al suo nome per dar vita a quello che sarebbe diventato il colosso Adidas. Nonostante siano leader delle calzature sportive, non è da escludersi un altro fallo antisportivo in futuro.