BCI e Neuralink

intelligenza artificiale

In questo articolo proveremo innanzitutto a settare una definizione appropriata di BCI e successivamente ci occuperemo del fenomeno Neuralink.

BCI è l’acronimo di Brain Computer Interface, ossia letteralmente un’interfaccia Computer Cervello.
Si tratta di un sistema che acquisisce segnali cerebrali, li analizza e li traduce in comandi che vengono inoltrati a un dispositivo di output per eseguire un’azione. In sostanza è una via di comunicazione diretta tra il cervello e un dispositivo esterno in grado, ad esempio, di permettere ai disabili gravi di comunicare con il mondo esterno o di recuperare parte delle normali funzionalità del corpo.

I BCI sono utilizzati nella ricerca, mappatura, assistenza, aumento o riparazione delle funzioni cognitive o sensoriali-motorie umane. Sono disponibili in alcune versioni anche in Open Source ed utilizzano i segnali prodotti dal sistema nervoso centrale per permettere agli utenti di agire sul mondo. Si distinguono a seconda del metodo con cui vengono applicati e del loro livello di invasività:

  • BCI non invasivi basati sullelettroencefalogramma (EEG): i BCI che rappresentano il metodo maggiormente studiato per via del minimo rischio di applicazione e della comodità nel condurre le ricerche. Vengono usati in particolare per il controllo del movimento e per la stimolazione elettrica funzionale.
  • BCI invasivi basati sullattività ECoG: interfacce che richiedono l’impianto di elettrodi subdurali o epidurali. Vengono utilizzate soprattutto per identificare, e successivamente rimuovere, le aree responsabili delle patologie.
  • BCI basati su micro-array: una terza tipologia di BCI che si sta sviluppando a livello clinico. In questo caso viene usato un micro-array a 96 elettrodi impiantato in pazienti tetraplegici che permette il controllo di arti robotici.

Neuralink è una società di tecnologia neurale fondata nel 2016 da Elon Musk che ha come obiettivo la realizzazione di un impianto capace di interfacciarsi direttamente con il cervello umano.
L’azienda è nata, come dichiarato dalla società stessa, “principalmente per scopi medici e scientifici”. Ad oggi sviluppa sistemi che vengono impiantati direttamente nella scatola cranica e permettono di connettere determinate aree del cervello tramite elettrodi.

Le principali differenze tra i comuni BCI e le progettualità di Neuralink risiedono nel grado d’innovazione di queste soluzioni. Neuralink, infatti, si pone l’obiettivo di progettare un sistema innovativo in grado di rivoluzionare questo settore. Grazie alla nuova tecnologia, la startup di Elon Musk promette procedure poco invasive ed estremamente rapide.

L’approccio di Neuralink è fornire una soluzione scalabile e funzionale che rappresenti un vero progresso rispetto alla precedente tecnologia BCI.
L’azienda ha infatti creato dei micro-array (aghi) flessibili a cui possono essere collegati un massimo di 3.072 elettrodi. Proprio grazie alla loro flessibilità questi aghi sono in grado di risolvere il problema collegato al naturale movimento del cervello nel cranio. Ha inoltre sviluppato un robot neurochirurgico in grado di impiantare sei fili (192 elettrodi) al minuto. Grazie a questa soluzione ogni filo può essere inserito nel cervello con precisione microscopica, evitando così di danneggiare le regioni cerebrali.

Gli elettrodi ultra sottili impianti nel cervello sono in grado di stimolare le cellule nervose. Inoltre, i 4 chip installati nella corteccia cerebrale (uno nella corteccia sensoriale somatica e tre nell’area motoria) permettono di stimolare e interagire con i neuroni. Grazie a questa tecnologia potrà essere possibile restituire vista, funzionalità degli arti e memoria a persone con disturbi specifici.

In poco piudi 25 anni potremmo riuscire a creare unintera interfaccia cerebrale, in modo che tutti i neuroni di una persona siano collegati a unestensione. Eun pocome quando lasciamo tracce di noi stessi nei nostri computer e nei nostri smartphone, solo che in questo caso sarebbe una porzione più abbondante delle nostre identità ad essere nel cloud”.

Elon Musk, La Repubblica

Musk ha affermato che due delle applicazioni dell’azienda mireranno a ripristinare la vista, anche per le persone nate cieche, e una terza applicazione si concentrerà sulla corteccia motoria, ripristinando la “funzionalità completa del corpo” per le persone con midollo spinale reciso. “Siamo fiduciosi che non ci siano limitazioni fisiche al ripristino della funzionalità di tutto il corpo”, ha affermato Musk. Neuralink potrebbe iniziare a testare la tecnologia della corteccia motoria negli esseri umani in appena sei mesi.

Musk ha anche affermato che ha intenzione di prenderne uno lui stesso. “Potresti farti impiantare un dispositivo Neuralink in questo momento e non lo sapresti nemmeno. Voglio dire, ipoteticamente… In effetti, in una di queste demo, lo farò”, ha ribadito su Twitter successivamente.

Tuttavia ad oggi nessuno dei dispositivi di Neuralink è stato testato sugli esseri umani o approvato dalla FDA e ciò ingenera un certo scetticismo, soprattutto in ambito accademico. “Neuralink è una società [che] non deve rispondere agli azionisti”, ha dichiarato la professoressa Xing Chen, del Department of Ophthalmology della University of Pittsburgh School of Medicine alla CNBC. “Non so quanta supervisione sia coinvolta, ma penso che sia molto importante per il pubblico tenere sempre presente che prima che qualsiasi cosa sia stata approvata dalla FDA o da qualsiasi organismo di regolamentazione governativo, tutte le affermazioni devono essere esaminate con molta cautela”.
Secondo gli sviluppatori, grazie a questa tecnologia, l’essere umano potrà comunicare, scambiare dati e interagire con una macchina connessa in modalità wireless, tramite semplice tecnologia Bluetooth.

Il legame tra uomo e macchina cambia giorno dopo giorno, travolto dalle innovazioni tecnologiche. Sono numerosi ormai i passi verso il futuro in termini di digitalizzazione e approccio di interazione ai sistemi tecnologici. Il tempo ci dirà se Neuralink è uno di questi.

Adriana Cuscito

Women in Business

Women in Business is the first female association at the Bocconi University and in Italy; the objective is to actively contribute to a greater awareness of the topic of women empowerment through the creation of a female network which would be able to link Bocconi’s female students today with the University’s alumnae and working professionals.

Articoli Correlati