Cresce l’Innovazione Femminile, ma l’Inghilterra Resta Indietro

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L’Intellectual Property Office (IPO) del Regno Unito, l’equivalente dell’Ufficio Brevetti italiano, ha pubblicato le sue recenti analisi sugli inventori femminili del globo, mostrando una generale riduzione del gap tra uomini e donne nell’innovazione.

Infatti, dal 2000 si è registrato un incremento mondiale del 60% dei contributi innovativi da parte delle donne. Tuttavia, la strada è tutta in salita: attualmente l’11,5% dei brevetti registrati è frutto di invenzioni femminili e, di questo, solo il 7,3% appartiene all’Inghilterra.

Un fatto sconcertante considerando il Global Intellectual Property Index di Taylor Wessing, il ranking più affidabile per comparare i regimi di proprietà intellettuale, dove la Gran Bretagna è stata dichiarata la nazione migliore per la tutela della proprietà intellettuale.

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Al contrario, nazioni come la Russia (15,7%), Francia (11,7%), Cina (10,01%) e Taiwan (9,81%) hanno sbaragliato la concorrenza superando anche la Germania con il suo 5,5% e il Giappone (3,7%).

Per quanto riguarda le aree principali d’innovazione per le donne, l’IPO non ha dubbi: i vincitori indiscussi sono chimica, biotecnologia e farmacia. In fondo alla classifica, come era facile immaginare, giace l’ingegneria meccanica. Un altro pizzico di prevedibilità che avvalora i classici stereotipi nei confronti delle donne. In effetti, tra il 2000 e il 2015, il 56% dei corsetti e reggiseni è merito del lavoro femminile, così come il 51% di shorts, biancheria e abbigliamento per bambini, e il 37% della cosmesi.

Il quadro generale fa riflettere, soprattutto per gli Stati occidentali che tendono ad avere una burocrazia soffocante e non focalizzata sulla valorizzazione dell’innovazione e dei talenti. Tra le tasse e i rimbalzi nei vari uffici amministrativi, registrare un brevetto sembra una delle sette fatiche di Ercole.

burocrazia

La Gran Bretagna potrebbe essere scagionata per il confronto impari della popolazione: la Russia ha più probabilità di assicurarsi la percentuale maggiore con i suoi 134 milioni di abitanti, contro circa 62 milioni del Regno Unito.

Tuttavia, il ranking di Taylor Wessing e il passato glorioso dell’UK fanno ben sperare: infatti, oltre a essere lo Stato migliore per legittimare la propria invenzione, è anche la patria di creatrici rivoluzionarie.

Ada Lovelace, matematica inglese, è stata la prima programmatrice di computer a creare un algoritmo per la macchina analitica di Charles Babbage. Rosalind Franklin, chimica e fisica britannica, ha dato un contributo significativo alla scoperta del DNA. Infine, Sarah Guppy ha inventato la macchina usata da Brunel nella creazione del Clifton Suspension Bridge, il ponte sospeso tra Clifton, Bristol e Leigh Woods.

A completare il quadro, il Ministro di Stato inglese per l’Energia e la Proprietà Intellettuale, Lucy Neville-Rolfe pone l’accento sulla necessità di creare le condizioni per le nuove Lovelace, Franklin e Guppy e