Decluttering e second hand

decluttering

Negli ultimi anni si è parlato molto di “decluttering”, questo termine inglese significa fare spazio, eliminare gli ingombri. Questa pratica oltre ad aiutare a disfarsi di ciò che non serve, permette di creare un ambiente più organizzato e funzionale, avrebbe anche risvolti positivi dal punto di vista psicologico. Infatti, lasciare andare gli oggetti aiuta a focalizzarsi sul presente, cercando di valutare cosa è necessario e cosa non lo è.

Ma come capire quali oggetti lasciare andare?

Marie Kondo è originaria del Giappone e scrive libri che trattano l’economia domestica. La scrittrice tramite la sua esperienza ha creato il “metodo Konmari” per aiutare le persone a liberarsi di ciò che non è più necessario. Prima di farsi travolgere dai ricordi bisogna chiedersi “does it spark joy?”, quindi “mi suscita gioia?”. Infatti, il punto chiave di questo metodo è quello di circondarsi di cose belle, che ci ricordino momenti felici e che guardandole ci trasmettano gioia e benessere.

Durante i mesi di isolamento in casa a causa della pandemia, più o meno tutti ci siamo resi conto di quanti oggetti superflui e futili possediamo. Io personalmente, mi sono ritrovata a svuotare cassetti cercando di riordinare gli spazi eliminando ciò che da tempo era inutilizzato e non mi trasmetteva nessun tipo di attaccamento emotivo.

Come dare una seconda vita agli oggetti?

Non tutto ciò che viene eliminato deve necessariamente essere buttato, ed è qui che entrano in gioco le piattaforme digitali che aiutano a vendere e comprare articoli di seconda mano. Le applicazioni che permettono questi scambi esistono da tanti anni, ad esempio Depop è stata fondata nel 2011 e Vestiare Collective nel 2009.

Ho iniziato sette anni fa vendendo capi vintage dall’armadio di mia madre. Fin da subito mi ha entusiasmata l’idea di dare una seconda vita ai capi inutilizzati. All’epoca l’applicazione che andava per la maggiore era Depop, ha la stessa grafica e modo d’uso di Instagram, quindi pubblicazione di post e messaggi diretti. Negli anni per i capi di lusso si è affermata Vestiare Collective, piattaforma francese che mette a disposizione degli utilizzatori un servizio di autenticazione fatto da esperti. Infatti, il capo o accessorio arriva direttamente negli uffici parigini e ne viene confermata l’originalità e se le condizioni rispettano i canoni imposti dalla community. Sicuramente l’applicazione che ha attirato maggiormente l’attenzione è Vinted. Grazie alla forte campagna di comunicazione e al facile utilizzo dell’applicazione, ha conquistato quasi 50 milioni di utenti provenienti da 13 paesi nel giro di pochi anni. Grazie al format intuitivo permette a chiunque di poter vendere facilmente e soprattutto velocemente qualsiasi capo di abbigliamento o accessorio.

Che impatto ha comprare di seconda mano?

“By buying second hand you are extending the life of pre-owned items. With just 9 extra months of use, you could reduce their carbon, water and waste footprints by around 20-30%.”

“Acquistando di seconda mano si allunga la vita degli oggetti usati. Con soli 9 mesi in più di utilizzo, potresti ridurre le loro impronte di carbonio, acqua e rifiuti di circa il 20-30%”.

Mi sono ritrovata più volte a leggere quella frase, chiudendo pacchi diretti in diverse parti del mondo. Vestiare Collective ci tiene che il mittente e il destinatario si passino questa informazione, infatti oltre all’oggetto, è richiesto al venditore anche di inserire un foglio di ringraziamento che contiene queste parole.

Vendere e comprare di seconda mano ha molteplici aspetti positivi che comprendono il benessere che si prova nel liberarsi di ciò che non serve più sapendo che un’altra persona potrà dargli una seconda vita. Dal lato economico considerando che si possono trovare capi ed oggetti a prezzi più bassi del mercato e magari non più disponibili ed infine è una scelta ecologica che sul lungo termine produce impatti positivi sull’ambiente riducendo gli sprechi di carbonio, rifiuti ed acqua.

Articolo di di Francesca Barnabè 

Women in Business

Women in Business is the first female association at the Bocconi University and in Italy; the objective is to actively contribute to a greater awareness of the topic of women empowerment through the creation of a female network which would be able to link Bocconi’s female students today with the University’s alumnae and working professionals.

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