C’è un’artista della fotografia che proprio non riesce a immortalare soggetti tradizionali. Pare quasi che l’idea le dia fastidio. I temi che predilige sono davvero tutt’altro che convenzionali. L’ultima fatica di Daniela Edburg, fotografa texana di fama internazionale, è infatti una serie di pellicole dedicate a un tema difficilmente accostato alla fotocamera: distruzione e morte. Come si rappresenta un scenario apocalittico con veri dettagli di realismo senza scadere nella banalità e forzare troppo l’immaginazione? Si allestisce un set, si preparano trucchi da cinema, si enfatizzano i colori forti, si spinge sul dettaglio macabro. E’ una supposizione, bisognerebbe chiedere all’artista, naturalmente, ma sono tutti elementi facilmente ravvisabili nelle fotografie che seguono e che vanno a formare, appunto, l’ultima categoria di foto dell’artista dedicata a questa tematica, bizzarra e interessante. Sembra, davvero, di assistere alla costruzione di una scena girata dal maestro Quentin Tarantino, con dettagli macabri quali protagonisti assoluti. Se è vero che c’è del pulp nei soggetti immortalati è altrettanto vero che l’artista, probabilmente, è alla ricerca di qualche influenza ulteriore, di una sperimentazione sicuramente curiosa ma al contempo interessante. Adatta ad un pubblico che anche all’arte chiede sempre di più e si fa suggestionare molto meno. Il nome attribuito dall’artista a questa collezione è sicuramente evocativo: “Is it the end, or just my imagination?“.
Distruzione e Morte, le Foto (Bizzarre) di Daniela Edburg

The Gathering.
The Mourning Birds.
Roadkill 3.
Jamon Jamon.
Dorotea.
Lola.
Sugar and Spice.