DroneDefender, la Pistola che Ferma i Droni senza Distruggerli

Negli ultimi mesi ne abbiamo sentite di tutti i colori. Prima gli usi sempre più innovativi e stravaganti dei quadricotteri, utilizzati sia per fini militari che per attività di spionaggio industriale, poi la vera e propria battaglia scatenata dalla polizia cinese usando droni per distruggere altri droni che sorvolavano zone inibite al traffico aereo. Ebbene, a tutte queste problematiche potrebbe essere stata finalmente trovata una soluzione.

Si tratta di DroneDefender, la nuova pistola portatile ferma-droni prodotta da Battelle. Il dispositivo, utilizzando una tecnica d’interruzione di frequenza, permette di inibire il quadricottero bersaglio, portandolo a terra senza provocarne la distruzione.

Una soluzione all’avanguardia, che permette, come detto in precedenza, di far fronte anche ai piccoli droni, utilizzati maggiormente per la sorveglianza aerea o per lo spionaggio, industriale o militare. La pistola, capace di durare più di 5 ore di uso continuo, ha una portata di circa 400 metri e utilizza bande di frequenza ISM (quelle radio, riservate per i dispositivi industriali, scientifici o medici) e segnali GPS.

Altre soluzioni, come il Falcon Shield e AUDs (Anti-UAV Defence System), in passato, sono state adottate per porre rimedio al problema. Tuttavia il Drone Defender sembra offrire qualche vantaggio in più: è leggero (4 Kg) e facilmente trasportabile.

“Questo è il tipo di strumento di cui abbiamo bisogno per contrastare la minaccia dei droni – ha affermato Dan Stamn, ricercatore responsabile del progetto. Il DroneDefender ci può aiutare a proteggere gli obiettivi più sensibili e scoperti come le ambasciate, le carceri, le scuole e i siti storici”.

Il prodotto, presentato al pubblico nel mese di ottobre, è stato recentemente ritirato dal mercato, perché, come sottolinea la società Battelle “le norme FCC (47 CFR 15) vietano la commercializzazione o la vendita di questo dispositivo a soggetti diversi dalle agenzie governative degli Stati Uniti. Stiamo esaminando le ITAR (International Traffic in Arms Regulations) e altre norme per l’esportazione”.

DroneDefender, quindi, se tornerà sul mercato sarà a solo per essere a disposizione di agenzie governative, mentre i civili dovranno continuare ad arrangiarsi con mezzi più rudimentali.