Quanti vorrebbero andare in giro per il mondo e poter comunicare senza alcun problema? Molto spesso lo studio delle lingue impedisce di avere una fluidità nella comunicazione poiché la classica impostazione scolastica assimilata sin da bambini per tutto il percorso di studi sembra concentrarsi maggiormente sulla forma grammaticale corretta piuttosto che nel praticare l’arte della conversazione. Tale tematica è tornata, come spesso accade, a far emergere pareri contrastanti poiché si dibatte circa un nuovo metodo innovativo tanto da rivoluzionare il modo di apprendere, a detta di alcuni. Si tratta della nuova formula elaborata dal signor Cristian Pettersson, dal nome Easy Speaker, miracolosa stando ai commenti di chi dice di aver appreso una lingua nel giro di due settimane, lasciando senza parole amici e conoscenti.
L’inventore del “brevetto”, della formula vincente, sembra essere un poliglotta, conosce alla perfezione 23 lingue e ha voluto tramandare questa abilità mediante un prodotto acquistabile e, dunque, a portata di tutti. Si parla di imput direttamente all’emisfero sia destro che sinistro del cervello, capaci di attivarsi nello stesso momento e, in questo modo, velocizzare la memorizzazione di quanti più termini possibili. Sebbene le critiche non manchino, alcuni parlano addirittura di truffa, altri lamento la lievitazione dei prezzi, è curioso pensare come la società potrebbe avere un numero elevato di persone colte dal punto di vista della conoscenza delle lingue se questo si realizzasse per davvero.
Insomma, le scuole d’inglese, le certificazioni, gli esami all’università e le stesse facoltà di lingue, i metodi tradizionali di apprendimento verrebbero delegittimati e perderebbero motivo di esistere? Un margine di possibilità o di scetticismo aleggiano attorno alla questione. Una domanda è sicuramente lecita: da quando le scorciatoie portano a traguardi stabili? In questo caso si parla di rapidità di apprendimento. In ogni caso la fatica viene bypassata. O ridotta. Così è (se vi pare).