I 5 Animali più Utilizzati per Fare Politica

Animali e politica. Il primo ad avvicinare questi due mondi fu il filosofo greco Aristotele, che nella sua opera Politica, datata IV secolo a.C., definì l’uomo uno zoon politikon, ovvero un animale portato per natura a vivere in una comunità civile, in quanto unico, fra tutti gli esseri viventi, ad avere la parola e il solo in grado di percepire il bene e il male. Nel 1945, invece, fu il britannico George Orwell a riavvicinare le due sfere, con la pubblicazione dell’opera letteraria La fattoria degli animali: lo scrittore inglese si avvalse dell’utilizzo dei maiali per raccontare allegoricamente il totalitarismo sovietico del periodo staliniano.

Ma chi pensa che regno animale e politica siano tornati ad essere completamente estranei, si sbaglia. Oggi, più di prima, nella politica mondiale, gli animali, oltre ad affiancare i più potenti del pianeta, spesso e volentieri si sostituiscono a loro. Così, se in Italia siamo abituati a un bestiario sempre nuovo e ricco di metafore zoologiche (tra trote, giaguari, grilli e Porcellum), ecco 5 brevi storie che spiegano come, nelle stanze istituzionali del potere, più di una volta si sia ricorso a figure animali per portare a termine incontri politici.