I Rifugiati Politici e il Diritto d’Asilo, un Vecchio Problema Tornato d’Attualità

Il problema dei rifugiati politici suscita da sempre scarso interesse presso i mass media, che preferiscono discutere solitamente di fatti più concreti, ma non per questo più rilevanti. La questione non ha una data di nascita precisa. E’ nella natura dell’uomo ricercare luoghi che garantiscano una maggiore sicurezza e protezione, ma da quando gli Stati si sono formati e dal momento in cui si sono create le prime organizzazioni internazionali, tutto ciò ha assunto una valenza politica.

Nella storia recente ci sono state numerose migrazioni di popolazioni in fuga da ideologie politiche o persecuzioni razziali e religiose. Per citare degli esempi, una delle prime di un certo peso è stata nel 1917 durante la Rivoluzione Russa, quando 1.5 milioni di russi che si opponevano al comunismo, decisero di scappare dal Paese. Tra il 1915 e il 1923 invece numerosi armeni fuggirono dalla Turchia a causa delle persecuzioni e dei genocidi portati avanti dal governo dei Giovani Turchi. Nel 1947, 18 milioni tra indù e musulmani si mossero tra il Pakistan e l’India per motivazioni religiose. Nel 1949, dopo la nascita della Repubblica Popolare Cinese, 2 milioni di cinesi migrarono a Taiwan ed Hong Kong. Infine tra il 1945 e il 1961 (data alla costruzione del muro di Berlino), 3.7 milioni di tedeschi dall’Est, fuggirono nella Germania dell’Ovest.

Il problema dei rifugiati politici quindi ha radici ben più profonde di quanto si possa pensare. Fino al XIX secolo il fattore scatenante e la motivazione principale delle migrazioni era quella religiosa, mentre oggi ad essa si è aggiunta quella politica. Le Nazioni Unite hanno definito un rifugiato politico come una persona con fondate paure di essere perseguitato per ragioni razziali, religiose, di nazionalità, di appartenenza a un particolare gruppo sociale o di opinione politica.