La crisi che attanaglia l’Italia da ormai diversi anni ha contribuito ad accentuare un malessere generale della società tanto da mettere in dubbio quello che viene definito Welfare, la condizione in cui lo Stato contribuisce a dare ai propri cittadini una serie di servizi e di opportunità per vivere in una condizione di benessere.
Benessere che, se per decenni è stato garantito dallo Stato, ora prevede un sempre più importante ruolo dei singoli cittadini. Un processo di “privatizzazione” che negli altri Paesi è consolidato, mentre in Italia non sembra avere ancora un peso influente. E lo si capisce dai dati allarmanti che riguardano il contributo delle famiglie alla tutela e all’assistenza privata.
Da una analisi fatta sul Corriere della Sera in collaborazione con ANIA (Associazione nazionale imprese assicuratrici) riguardo la spesa delle famiglie per assicurazioni e tutele nel 2015, risaltano i numeri che riguardano l’assicurazione sui danni. Non si parla di assicurazioni sulle auto, che sono tra le più diffuse vista la loro obbligatorietà, ma ciò che riguarda la persona fisica che deve decidere di assicurare la propria salute da eventi inaspettati, infortuni che ne potrebbero limitare la capacità lavorativa.
In media gli italiani spendono lo 0,9% del PIL per tutelarsi da eventi che potrebbero mettere in pericolo proprio la capacità di creare reddito, come infortuni o invalidità. Un valore molto al di sotto di altri Paesi europei come l’Olanda, dove la percentuale sul PIL sale all’8% di media. Una spesa, quella italiana, tanto contenuta quanto capace di mettere a rischio il benessere delle famiglie e la loro redditività, soprattutto considerando il crescente numero di nuclei familiari mono reddito.
Un altro elemento importante che si evince dalla analisi riguarda la casa: il bene a cui gli italiani tengono di più infatti non riceve la tutela che gli spetterebbe. Su una media europea di 161 euro mensili spesi per la protezione immobiliare, in Italia il valore si aggira sugli 83 euro, davanti solo a Portogallo e Grecia.
L’80% delle famiglie italiane vive in una casa di proprietà, ma solamente il 45% delle case è assicurato contro danni ed eventi ambientali. Numeri molto bassi, se si pensa che il 65% delle abitazioni in Italia è a rischio catastrofi naturali, come abbiamo purtroppo potuto vedere negli ultimi mesi con il terremoto di agosto 2016.
Altro tema toccato dalla analisi riguarda la sanità: abituati ad uno Stato molto presente nella assistenza sanitaria, dove abbiamo vantato privilegi nemmeno lontanamente vicini alla situazione di altri Paesi, negli ultimi anni stiamo assistendo ad una diminuzione della spesa pubblica proprio su questo tema. La crisi, le difficoltà di ripresa hanno portato tagli anche da questo punto di vista, in quanto la sanità risulta una delle voci di spesa più importanti per lo Stato. Si assottiglia sempre più il divario tra spesa pubblica e spesa privata in termini di PIL: il 6,8% del PIL è destinato alla spesa sanitaria pubblica, mentre i privati destinano il 2,2%, valore in crescita, cominciando a percepire l’insostenibilità di una sanità totalmente pubblica.
Il Welfare in crisi non può che riguardare anche la previdenza: un sistema che già da tempo ha mostrato la propria insostenibilità, figlia di decenni con condizioni di pensionamento troppo vantaggiose per troppe persone, le cui ricadute si percepiranno a partire da questa generazione.
Il sistema contributivo ha cercato di tappare la generosità del vecchio sistema retributivo, portando però conseguenze drammatiche: senza una pensione privata, i giovani sotto i 40 anni di oggi non potranno avere una pensione pubblica in linea col proprio stile di vita. Ed è per questo che il ruolo privato deve assumere sempre più un ruolo importante nella costruzione della pensione. Nonostante questa evidenza, però, in base ai dati della COVIP (Commissione vigilanza sui fondi pensione), i fondi pensione complementari, ovvero quelli che dovrebbero integrare la scarsa pensione pubblica, contano circa 8 milioni di aderenti, ovvero meno della metà di chi dovrebbe averne uno.
L’intervento delle famiglie nella tutela e nella assistenza personale sembra quindi non decollare nonostante la spesa pubblica in questo senso sia già in una fase calante. In un contesto del genere, le assicurazioni assumeranno un ruolo fondamentale per poter fornire i servizi che lo Stato non è più in grado di garantire.