La Francia Bombarda l’Isis ma Dimentica un’Altra Guerra: Quella in Casa Contro l’Islamofobia

Parigi e la Francia si sono rialzate dopo gli attentati dello scorso 13 Novembre. Per farlo hanno
deciso di impugnare le armi, e dichiarare guerra allo Stato Islamico in Siria. Non solo, sul territorio francese il governo di François Hollande attraverso la proclamazione dello stato di emergenza ha dato il via ad una pesante e questionabile politica volta contro il terrorismo. Quello islamico.

Il ministro degli interni francese Bernard Cazeneuve ha dichiarato ai media francesi che da quel fatidico venerdì per la prima volta in Francia sono state chiuse tre moschee. Secondo il canale Al Jazeera la Francia sarebbe pronta a chiuderne altre 100.

Felix Marquardt, un parigino musulmano e cofondatore della fondazione Al – Kawakibi, contattato da Al Jazeera, ha affermato che si aspetta che altre moschee verranno presto chiuse. “Non è stata certo una sorpresa per me vedere che alcune moschee meritavano di essere chiuse”. Marquardt ha aggiunto:”La mia religione ha un problema contemporaneo”. Marquardt ha affermato di aver partecipato a diverse preghiere islamiche in diverse città francesi:”sono rimasto scioccato da quello che avevo sentito”. “C’era una visione globale che era abbastanza preoccupante. Parlo della politicizzazione dell’Islam. Ho sentito alcuni discorsi che tendevano a promuovere tra i musulmani presenti che l’Islamofobia fosse organizzata dallo stato francese, che in qualche modo i non
musulmani francesi fossero contro la minoranza musulmana”.

Se da una parte le voci di un Islam radicale sono dichiarate legittime, dall’altra è inutile negare che l’estesa operazione portata avanti dalla Francia a seguito dell’attentato di Parigi abbia visto un crescente numero di arresti, e raid in case e proprietà private, comprese moschee e business posseduti da credenti musulmani; una politica che ha fatto scattare l’allarme tra molte organizzazioni per i diritti umani, che temono che la Francia stia privando alcuni cittadini dei loro diritti civili. Allo stesso tempo, cresce la paura che la comunità musulmana francese, la più grande tra quelle europee, stia subendo crescenti discriminazioni, senza alcuna distinzione tra i musulmani e coloro che si uniscono o supportano lo Stato Islamico.

Essere un Musulmano in Francia non è facile, è una condizione complicata”, racconta Marquardt. “Specialmente se sei una donna e indossi un velo, sei vittima di discriminazione; se sei un uomo invece è difficile ottenere un lavoro”. Il crescente sentimento di Islamofobia che è sorto a seguito degli attentati, ha poi aggiunto, non è “stato una sorpresa”, tuttavia l’ho trovato “incomprensibile.”

Già, come incomprensibile sia la risposta attuata da Hollande a seguito della ferita mortale subita dalla Francia, una risposta votata ad una dura caccia all’uomo, un gioco pericoloso, un guardie e ladri pronto a far piombare la Francia nell’abisso dell’intolleranza.

Cristin Cappelletti

Classe 1991. Cresce in un piccolo paesino della provincia veronese. Terminati gli studi superiori decide di passare un anno in Irlanda. Tornata nel Bel Paese si iscrive alla facoltà di scienze politiche dell’università di Bologna, indirizzo: sviluppo e cooperazione internazionale. A 20 anni inizia ad occuparsi di notizie calcistiche coltivando due delle sue grandi passioni: calcio e giornalismo. Oltre allo sport inizia a collaborare con altri siti web scrivendo di medio oriente e diritti umani. Attualmente è una collaboratrice di smartweek.it.

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