La Primavera Di Praga Fotografata da Josef Koudelka

«Mi sono trovato davanti a qualcosa più grande di me. Era una situazione straordinaria, in cui non c’era tempo di ragionare, ma quella era la mia vita, la mia storia, il mio Paese.» Così Josef Koudelka quel 21 agosto 1968 quando, come tutti gli abitanti di Praga, scese in strada per vedere cosa stesse succedendo. I russi stavano entrando con i carri armati nella città e lo sgomento tra la folla cresceva di ora in ora, a pari passo con la rabbia. I comunicati dei vari leader di partito si susseguivano alla radio, così come gli inviti alla calma e gli appelli a non cedere alla violenza. Koudelka cominciò a scattare senza sosta, per giorni, tutto ciò che gli compariva davanti agli occhi. Ma era una situazione per certi aspetti surreale: l’attacco proveniva infatti da un Paese “amico” e le reazioni del popolo sarebbero potute essere incontrollabili. C’era chi piangeva, chi urlava, chi tentava di fermare i carri armati con il proprio corpo, ma anche chi, semplicemente, correva a chiudersi in casa. Giorno dopo giorno, cominciarono quindi ad organizzarsi le manifestazioni di protesta, cominciarono i primi scontri. Nasce così uno straordinario resoconto visivo dell’invasione russa della Cecoslovacchia, una documentazione dalla grande valenza storica, capace di restituirci, a prima vista, tutta la drammaticità di quelle convulse e caotiche giornate di fine estate. Con le sue immagini Josef Koudelka riesce ad immortalare l’angoscia e la disperazione di una città colpita nel cuore della sua “primavera”, trasformandole in veri e propri simboli della resistenza e in memorie indelebili di quell’avvenimento. Sono immagini in bianco e nero, in cui spesso i soggetti sono sfumati, come se fossero travolti dagli eventi che li circondano, come se fossero alle prese con qualcosa di più grande di loro e, soprattutto, di incomprensibile. Sono scatti da cui trapela una grande forza e, allo stesso tempo, un grande senso di umanità. I negativi di Koudelka lasciarono Praga seguendo canali clandestini, nelle mani dell’agenzia Magnum e finirono per essere pubblicate sul periodico The Sunday Times, in maniera anonima, contrassegnate unicamente dalle iniziali P.P., sigla di Prague Photographer (Il Fotografo di Praga), nel timore di rappresaglie contro di lui e la sua famiglia. L’anno successivo Koudelka verrà premiato con la Robert Capa Gold Medal dell’Overseas Press Club, per la realizzazione di fotografie che richiedevano un eccezionale coraggio.

(Fonte: magnumphotos.com)