L’Espansione Controllata del Turismo, Crescono i Viaggiatori e Diminuiscono le Entrate

Secondo l’Unwto (United Nations World Tourism Organization) è ancora il settore economico più redditizio dopo il petrolio. Stiamo parlando del turismo, che, nonostante viva una situazione di costante allerta a causa della minaccia terroristica, al mondo ogni anno continua a generare un business da poco meno di 1000 miliardi di euro, occupando fino a 258 milioni di persone.

Un mercato minato da costanti “travel alert” diramati da ministeri degli esteri dei Paesi Occidentali e dai principali tour operator che, nel tentativo di sedare la tremenda ondata di violenza che negli ultimi mesi ha colpito i cosiddetti soft-target, ha portato ingenti perdite nelle casse dei Paesi colpiti.

Tra tutti la Tunisia, che, dopo la strage al Museo del Bardo del marzo 2015 e l’attentato sulla spiaggia di Sousse del giugno dello stesso anno, ha perso in un colpo solo 500 milioni di dollari, un quarto dei 2 miliardi di entrate previste dal settore turistico. Alla Francia non è andato certo meglio. Dopo la serie di attentati che lo scorso novembre hanno seminato il panico a Parigi, la città francese ha visto il ritiro del 40% delle prenotazioni alberghiere, facendo registrare importanti perdite.

Nel 2015 i turisti, ovvero coloro che (secondo la definizione data dall’Unwto) hanno viaggiato, per motivi non lavorativi, in paesi diversi dalla residenza abituale per un periodo di almeno una notte ma non superiore a un anno, sono stati 1 miliardo e 184 milioni. Cinquanta milioni in più rispetto al 2014.

Una serie di contraddizioni che guidano il settore a un’espansione controllata.

Dove viaggiare quindi?

Tra le destinazioni sconsigliate dai tour operator ci sono Tunisia, Egitto, Libano, Siria e Libia, mentre prendere un aereo per Yemen, Iraq, Afghanistan, Pakistan, Congo e Corno d’Africa risulta ormai praticamente impossibile. Resistono ancora la Giordania, l’Armenia, il Marocco, la Turchia e la Thailandia, pur ravvisando un elevato rischio potenziale.

Non solo il terrorismo
 
A destare preoccupazione tra i viaggiatori, però, non è solo il pericolo di essere colpito da attentati jihadisti. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, infatti, ha rilasciato un world travel alert segnalando una serie di Paesi sconsigliati da visitare. Tra questi figurano Salvador, dove le maras, le bande criminali di strada, spacciano droga, rapinano e uccidono con una facilità disarmante anche i turisti, e il Messico, diventato di fatto un narco-stato pronto a collassare sotto i colpi dei continui rapimenti e rapine delle bande locali.

Anche da un punto di vista sanitario, la situazione non è delle migliori. La Farnesina, infatti, ha diramato in Arabia Saudita l’allarme per la Mers (Middle East Respiratory Syndrome), una febbre mortale che colpisce animali come cammelli e dromedari. Al mondo si registrano circa 1500 casi.

Discorso simile a quello fatto per il virus Zika, diffuso dalla puntura della zanzara Aedis, che in Sud America ha scatenato il panico tra la popolazione.

Non solo terrorismo, dunque, tra le cause che hanno portato al lento collasso di un settore in crescita (numericamente parlando) come quello del turismo.