Lotta all’Isis: l’Onu Pronta a Tagliare i Finanziamenti allo Stato Islamico

ISIS sì o ISIS no? L’anno sta per terminare e come sempre è tempo di bilanci. Anche la politica internazionale non è certo esente da questa comune pratica. Vi ricordate l’anno 2011? Probabilmente no, ma per molti, o almeno per chi l’ha vissuto e la sta ancora vivendo, segnò l’inizio della devastante e drammatica guerra civile siriana. A quel tempo i grandi del mondo, Stati Uniti a fare da capofila, si schierarono apertamente con i ribelli siriani, offrendo loro l’appoggio necessario per la deposizione del Presidente Bashar al – Assad.

Ora facciamo un salto in avanti. Nel 2014 dal polverone siriano emerge un altro attore, forse inaspettato, ma poi non così tanto, a stravolgere ancora una volta i piani delle Grandi Potenze occidentali, e a rimescolare le carte in tavola: l’Isis. Lo Stato Islamico già presente in Iraq, emerge come ulteriore forza di opposizione al regime di Assad. Cosa fare? Appoggiare Assad o lasciare campo libero all’ISIS?

18 Dicembre 2015. Il consiglio di sicurezza dell’Onu riunito e i ministri delle finanze dei suoi stati membri hanno votato: stop finanziamenti all’Isis. Le Nazioni Unite hanno adottato l’ennesimo cambio di rotta nei confronti della guerra allo Stato Islamico. La risoluzione prende spunto da un simile intervento adottato nel 1999 per combattere l’allora nemico numero uno Osama Bin Laden e al – Qaeda. Nel testo della risoluzione si legge “ è necessario che tutti i Paesi si muovano vigorosamente a in maniera decisa per tagliare l’afflusso di fondi” all’ISIS.

Secondo un recente studio le entrate mensili del gruppo ammonterebbero a circa 80 milioni di dollari. Il 50% di tali entrate sarebbe il frutto di un sistema di tassazione applicato ai profitti delle attività commerciali nelle aree sotto il controllo dell’ISIS e dalla confisca di terre e di proprietà. Il 43% deriverebbe invece dal contrabbando di petrolio e gas. Ma non basta. Altre risorse di reddito proverrebbero dal traffico di droga e di oggetti antichi; attività criminali quali rapine in banca, rapimenti con il fine di ottenere ingenti riscatti, piccole imprese e donazioni.

Una risoluzione che prevede l’impegno da parte di tutti i Paesi ad un’azione immediata nel condividere informazioni concernenti gruppi estremisti, e nello fornire entro tre mesi un report su i passi intrapresi per tagliare “le provvigioni” allo Stato Islamico.

Una mossa che lascia dietro di sé non poche perplessità. La risoluzione del Consiglio di Sicurezza è certo da manuale della relazioni internazionali. I buoni si fanno finalmente avanti contro i cattivi. Ma, gli Stati Uniti, membro permanente del Consiglio dei 5, dimenticano di richiamare e sgridare quei loro alleati che tanto hanno fatto e stanno facendo per aiutare economicamente l’organizzazione dello Stato Islamico: Turchia e Arabia Saudita. Come dicevo sarebbe tempo di bilanci, sempre che siamo disposti ad affrontarli.