Nuovi Trend Commerciali: il WTO Riparte dai Piccoli

Cambio di paradigma, non piace più grosso. È poco agile, ha difficoltà ad adattarsi e consuma molto. Non stiamo parlando di un elefante o un altro mammifero, ma di business. Fino a pochi anni fa, le politiche di economia internazionale erano concentrate soprattutto sul facilitare il commercio di grandi aziende. Le multinazionali possono generare valore aggiunto e investire grandi somme di denaro in paesi emergenti. Al WTO, World Trade Organization (OMC in Italiano), organo internazionale con fini di facilitare e supervisionare gli accordi commerciali tra gli stati membri, si sono accorti dell’importanza strategica di permettere alle PMI (Piccole/Medie imprese) di avere un impatto globale. Il WTO public forum 2016 si è focalizzato proprio su come portare al centro degli accordi internazionali questa importante fetta dell’ecosistema economico mondiale.

Perché ora?

– Le grandi aziende non sono in grado di risollevare le economie in difficoltà. La crescita dell’economia mondiale si è attestata, l’ultimo anno, all’ 1,7%. Più di un punto percentuale sotto le aspettative. La scossa o ripartenza deve avvenire dalla più grande porzione della torta e non dalle sole poche, ma giganti, aziende.

– Le nuove tecnologie permettono anche con pochi investimenti di raggiungere il mercato globale. L’e-commerce è uno strumento che amplia le prospettive di piccole aziende. Infatti, non sono più legate al solo territorio, ma possono trovare opportunità di vendita ovunque, in un mondo a portata di click. L’e-commerce è pertanto l’unico settore in forte espansione.

– Non ci sono mai state nella storia dell’uomo così tante innovazioni. Il mondo è sempre più frenetico e cambia in continuazione. Le grandi aziende, caratterizzate da una predominante burocrazia, sono lente nell’aggiornare processi e prodotti. Le piccole imprese hanno proprio questo vantaggio. I capitali investiti sono contenuti e facilmente convertibili.

– Alternativo accesso al credito. Uno dei più grandi problemi delle PMI sono l’accesso al credito attraverso gli istituti bancari. Infatti mancano di piani industriali dettagliati e garanzie. Esistono nuovi strumenti alternativi per ottenere capitale, come il crowdfunding.

– Un impatto sociale. Attualmente, nelle politiche dei paesi sviluppati c’è la ricerca di un’effettiva parità di genere. In parallelo un tema molto caldo è rappresentato dall’occupazione giovanile. La disoccupazione nei paesi occidentali come in quei emergenti si attesta a livelli preoccupanti. Le piccole e medie imprese contribuiscono almeno al 45% dell’occupazione mondiale. Oltretutto possono essere un mezzo per affermare diritti e il ruolo dei singoli nella società. Temi come women e youth empowerment saranno un must negli anni avvenire.

Africanism. Mama Africa, la culla dell’umanità è rimasta per troppo tempo esclusa dal grande commercio mondiale. Il continente più giovane del mondo necessita un riscatto. Per il 2025 avrà la popolazione più numerosa in età lavorativa. Inoltre i flussi migratori stanno diventando insostenibili per l’Europa. L’economia africana è basata su un’attività estrattiva ed agricola formata da piccole imprese. Diverse organizzazioni stanno attuando progetti per sviluppare la piccola imprenditoria locale. Risorse come la voglia di riscatto, creatività ed energia non mancano.

La svolta è decisamente interessante. Nei tavoli delle trattative oltre ad illustri amministratori delegati ci saranno piccoli imprenditori distanti dai grandi salotti, ma con gran voglia di affermarsi. Si è presa la consapevolezza che il mondo si cambia considerando tutti.

Matteo Di Stasi

Classe 1992. Ha conseguito la laurea magistrale in Management presso l’Université de Lausanne con tesi sui processi innovativi al CERN, già laureato in economia e commercio all’Università di Bologna, ma Anconetano di nascita. What’s next? Tutto da scoprire. Il tempo che dedica a viaggiare non è mai abbastanza. Perde molto tempo in letture e riflessioni di economia, innovazione, politica, diplomazia, società, viaggi e storia. Sì, non c’è un nesso, ma va bene così. Soprattutto adora conoscere.

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