La prima volta che gli è stato chiesto pubblicamente, nel 2014, il Presidente ci ha messo quasi 30 secondi per abbozzare una timida e generica risposta. Negli ultimi mesi pare, invece, che Barack Obama abbia iniziato a pensarci seriamente e con metodo, convocando regolarmente nelle ore serali nello Studio Ovale una squadra di esperti, consulenti e amici di lunga data al fine di organizzare una raccolta d’idee (e fondi). Cosa farà l’attuale Presidente degli Stati Uniti al termine del suo ultimo mandato?
Come per la maggior parte dei suoi predecessori il primo passo della vita da ex-presidente di Barack Obama sarà quello di raccogliere i fondi necessari per finanziare la costruzione e le attività di una speciale biblioteca a Chicago, sua città d’adozione. Si parla di un investimento di circa 1 miliardo di dollari, il doppio di quanto raccolto da G. W. Bush nel 2008.
La Biblioteca ospiterà probabilmente la Fondazione a cui Obama darà vita, che molti ritengono si focalizzerà sui temi della riforma della giustizia criminale, della riforma sanitaria e dei rapporti diplomatici con Iran e Cuba.
Già nel 2012, al termine del suo primo mandato presidenziale, Obama invitò il regista Steven Spielberg a sviluppare una narrativa della sua presidenza, che fosse funzionale a creare le basi di un’eredità forte, da difendere e sviluppare al termine del secondo mandato. Questa eredità dovrà essere gestita oculatamente, tenendo presente che i presidenti americani, per una forma inusitata e bipartisan di rispetto del proprio successore, mantengono tradizionalmente un profilo pubblico molto limitato nei primi anni post-mandato.
G.W. Bush ha annullato di fatto la propria visibilità pubblica subito dopo l’elezione di Obama. Si è sostanzialmente ritirato a vita privata, dedicandosi a una sorprendente vena pittorica amatoriale, prontamente rivelata l’anno scorso in seguito all’intrusione di un hacker nella posta della famiglia dell’ex presidente.
Jimmy Carter, tramite il Carter Center, ha vinto un Premio Nobel a riconoscimento delle varie iniziative umanitarie portate avanti negli anni. Si è concentrato sulle battaglie per il diritto alla casa per le famiglie meno abbienti e, nell’arco di una lunghissima vita post-presidenza (oltre 35 anni), non si è lasciato mancare diversi strali contro i giovani virgulti democratici e repubblicani.
William Howard Taft, al termine del suo mandato nel 1913, impiegò sette anni per riuscire a farsi nominare Giudice Capo della Corte Suprema. E’ l’unico americano ad aver ricoperto le due cariche più alte del Paese.
Harry Truman, dopo il 1953, dovette dedicarsi alla scrittura per trovare un sostentamento degno di un ex-presidente. Le sue tasche erano talmente vuote che nel 1957 il Congresso istituì per legge il trattamento pensionistico per gli ex-presidenti.
E se i maligni sostengono che Bill Clinton, per espiare i suoi peccati matrimoniali, abbia impiegato ogni giorno della sua vita post-presidenziale a lanciare la corsa alla Casa Bianca della moglie Hillary, Barack e Michelle potrebbero invece separare nettamente le proprie nuove vite professionali.