Iniziamo da qualche dato: il Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes) è una organizzazione, un Fondo Finanziario, con sede in Lussemburgo. Il criterio di ripartizione delle quote di partecipazione al Fondo tra i diversi Stati europei è in relazione alla sottoscrizione da parte delle banche centrali nazionali nel capitale della Banca Centrale Europea. Per quanto ci compete, partecipiamo al Mes con il 18% (Germania 27%; Francia 20%; Olanda 5,8%…), in soldoni abbiamo trasferito risorse per 125 miliardi di €. La decisione di istituire il Fondo venne presa a Maggio 2010 (Ecofin), poi approvata al Consiglio europeo del 25 marzo del 2011, vi risparmio il lungo percorso, per arrivare alla sottoscrizione finale da parte dei 17 Paesi europei a Febbraio 2012 con una dotazione di fondi di poco più di 650 miliardi di €.
A chi piace il “rumore” può dilettarsi nello scoprire chi governava in Italia, noi passiamo oltre, per capire come è la struttura organizzativa e le modalità di azione. Il Fondo è gestito dal Consiglio dei Governatori (ministri finanziari dei paesi europei, Presidente il portoghese Mario Centeno); dal Consiglio di Amministrazione, nominato dal Consiglio dei Governatori,
(CdA: David Eatough, Christophe Frankel, Kalin Anev Janse, Sofie de Beule-Roloff , Francoise Blondeel); dal Direttore Generale (il tedesco Klaus Regling). Solamente come osservatori nel Board ci sono Cristine Lagarde (BCE) e Paolo Gentiloni( Commissario Europeo Affari Economici). Siamo il terzo Paese contributore del Fondo eppure il CdA è a conduzione franco-tedesca. Ancora una volta, a chi piace il “rumore”, argomento valido per iniziare. Il Mes (Fondo) concede prestiti ed acquista titoli sul mercato primario, entrambe a condizioni predefinite di rigore fiscale post finanziamento. Finora hanno usufruito del Mes: la Grecia per 62 miliardi di €, la Spagna per 41 miliardi di € e Cipro per 6 miliardi di €, le condizioni sono state diverse ma sempre molto rigorose, potremmo dire punitive. L’operatività del Fondo aveva un presupposto di colpevolezza dei debitori (i Paesi coinvolti) e riconosceva ai loro creditori (per la maggior parte banche tedesche e francesi) la “buona fede” delle concessioni di finanziamento. Strana modalità, quantomeno asimmetrica, di “prezzare” l’informazione finanziaria. Questo sarebbe argomento che richiederebbe considerazioni a parte. Arriviamo all’accordo recente raggiunto all’Eurogruppo del 12 Aprile, che dovrà essere discusso il 23 Aprile dal Consiglio Europeo, il quale prevede tre interventi più un prospetto per la costituzione di un nuovo Fondo(Recovery Fund):
- Mes Light: gli aiuti dovranno coprire solo danni economici legati all’epidemia Covid 19. In soldoni, i denari dovranno servire per acquisti di mascherine, ventilatori, strutture medicali…. Importo totale della linea di credito è di 240 miliardi €, utilizzabile da singoli Paesi sino all’ammontare massimo del 2% del proprio Prodotto Interno Lordo. Per l’Italia significano circa 35 miliardi € da poter prendere a prestito senza condizionalità .
- Sure: strumento per tutelare l’occupazione. L’importo totale previsto è 100 miliardi€. Per iniziare bisognerà costituire 25 miliardi € di garanzie da parte di tutti i Paesi europei, grazie a questa garanzia, la Commissione emetterà bond sino a 100 miliardi (leva finanziaria 4). Ancora da decidere se le garanzie iniziali arriveranno da capitali nazionali e/o dal bilancio della UE. Non è un dettaglio trascurabile.
- BEI liquidità imprese e investimenti: creazione di un Fondo di Garanzia per 25 miliardi € per offrire alle imprese europee liquidità per investimenti fino a 200 miliardi €. (leva finanziaria pari a 8). Il Fondo dovrebbe essere costituito da contributi provenienti dagli Stati Membri ed aperto alla partecipazione di altre istituzioni dell’Europa. Anche in questo caso le modalità di esecuzione sono ancora da definire.
- Il Recovery Fund: dopo la bocciatura dei Corona Bond si è proposto (da parte Francese) un Fondo temporaneo (5-10 anni), alimentato da garanzie comuni e gestito dalla Commissione UE che emetterebbe bond come nel caso di SURE. Medesime incertezze esposte sul capitolo SURE e per ora tema di discussione.
Rimane “lettera morta” la proposta di Gentiloni/Breton (Macron) di un Fondo per la Rinascita che emetta obbligazioni a lungo termine sino a 1500 miliardi € con una capacità di bilancio propria. Tecnicamente complicato da realizzare e nessuna volontà di condivisione dei rischi. Per completezza voglio citare l’unica condivisione dei rischi già in atto da parte dell’Europa: l’attività della Banca Centrale Europea attraverso l’acquisto di titoli per 750 miliardi di €uro. La BCE ha, tuttavia, un forte limite statutario, per esattezza non può acquistare direttamente debito dagli Stati membri europei, tutto ciò rende lento il modello di trasmissione del denaro agli utilizzatori finali, imprenditori e famiglie, in soldoni il denaro finisce nel sistema bancario il quale, in passato è avvenuto frequentemente, lo depositava nuovamente presso la stessa Banca Centrale. Le manovre finanziarie dell’Europa descritte, le considero necessarie per cercare di non chiudere definitivamente molte aziende, tutto ciò è già buono, tuttavia non sono minimamente sufficienti per la fase di rilancio.
Queste prime misure, anche per i limiti degli statuti del modello europeo, sono, dunque, non adeguate con una situazione economica e occupazionale molto grave che si sta prospettando nel mercato globale. Se il “Sistema Europa” ha funzionato a velocità ridotta quando il resto delle economie mondiali procedevano a tutto “vapore”, è concreta la possibilità che alcuni Paesi prendano in considerazione di proseguire da soli, l’Inghilterra l’ha già fatto e il Presidente Conte si è limitato, commentando l’assenza di reazione degli organismi europei, “…allora faremo da soli”. Su questa esternazione, il Professor Zingales (Università di Chicago) lancia una provocazione: per sbloccare la situazione di stallo tra le posizioni divergenti tra paesi del nord e sud Europa, propone l’azzardo, da parte del Governo italiano, di “minacciare” una trattativa per collocare titoli del debito italiano con le autorità cinesi; tutto ciò dovrebbe preoccupare, per opportunità strategica, la stessa Europa e, aggiungo, probabilmente anche l’amministrazione americana ad entrare nella partita. La situazione che si sta giocando in Europa si sta surriscaldando e l’azzardo, se lo volessimo giocare, bisognerà gestirlo con freddezza, per questo aspetto, il Presidente Conte non deve lasciarsi prendere dalle emozioni, stanchezza e rivalse, i tempi per questi saranno altri. Quando c’è molto rumore, come adesso, e nessun segnale, l’azzardo potrebbe concretizzarsi e inizierebbe una storia diversa per il futuro europeo.