Tutti i soldi del mondo

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“Tutti i soldi del mondo “ venivano riconosciuti alle dinastie dei Petrolieri, basti ricordare la famiglia Getty, eravamo all’inizio degli anni del Novecento; poi ai  Banchieri, uomini panciuti, con orologi da taschino, pantaloni a righe e grossi sigari.

La nostra storia ha inizio da questo mondo scomparso. Il capitalismo di quei tempi era dominato dai Warburg, Rothschild, Baring, Morgan. J. Pierpont Morgan concedeva il credito a un cliente sulla base del suo carattere, sostenendo: “ il denaro non può comprare il carattere …. Un uomo che non goda della mia fiducia non può ottenere il denaro da me ….” . I banchieri di allora avevano la funzione di allocare una risorsa scarsa come il credito, ora non lo è più. Nella economia del 20° secolo con la liberalizzazione del capitale, la rivoluzione digitale, i piccoli risparmiatori, attraverso investitori istituzionali, sono i nuovi fornitori di capitali mentre le grandi società, le multinazionali, gli Stati e i ricchi (quelli che ora chiamano High Net Worth Individuals) sono gli utilizzatori. L’economia capitalistica si è evoluta, inizialmente centrata sul potere dei banchieri e nella capacità di “distruzione creatrice” dell’imprenditore, verso una economia finanziaria con al centro il mercato finanziario ed azionario. Le conseguenze di questo cambiamento di paradigma economico fanno parte della storia economica recente, ma ciò che lo caratterizza è l’ascesa del ruolo dei Banchieri delle Banche Centrali come dispensatori di moneta.

La tecnologia, la finanza e la globalizzazione hanno trasformato il Capitalismo in qualcosa d’altro? Certamente si, da una parte i colossi della tecnologia (Facebook, Apple, Microsoft, Amazon ed Google) hanno un potere superiore a molti Stati sovrani, dall’altra parte le Banche Centrali forniscono al mercato azionario “tutti i soldi del mondo”. La Federal Reserve dal 2008 ha avviato una serie d’interventi di Quantitative Easing che hanno comportato un aumento del proprio bilancio del 700%, ultimamente, dall’inizio della pandemia Covid 19 (marzo), il bilancio della Fed è passato dai 4200 miliardi di dollari agli odierni 7200 mld $ (+ 72%) ; anche la Banca Centrale Europea dal “whatever it takes” di Draghi (2014) per poi continuare con Christine Lagarde , ha incrementato il proprio bilancio del 153%, è stato così per tutte le principali Banche Centrali .

I nuovi protagonisti della scena finanziaria hanno “tutti i soldi del mondo”. Nessun limite a fornire denaro, tuttavia dove sono finiti “tutti i soldi del mondo”? Analizzando i vari dati, forniti dai centri di ricerca, solamente il 25% è arrivato alla economia reale, per capirci è nella disponibilità di aziende e privati, anche se gran parte rimarrà fermo nei conti sia per l’ansia per il futuro sia per l’incertezza nell’avviare piani d’investimento. Il restante 75% del denaro è nelle riserve delle banche, solamente tra Febbraio ed Aprile le banche americane sono passate da 1500 miliardi di $ di riserve a 3000 miliardi di dollari, questo eccesso di liquidità ha alimentato la speculazione finanziaria, sia nel mercato obbligazionario e sia nel mercato azionario. L’indice Nasdaq e S&P 500 hanno recuperato in poco più di un mese i nuovi massimi dopo il crollo dovuto alla pandemia, pur in presenza di prospettive di economia reale disastrose; come ha ribadito ultimamente  J. Powell, presidente della FED, “la ripresa dell’economia sarà lunga”. Siamo entrati in una situazione che l’economista J.M. Keynes aveva definito “trappola della liquidita”: un aumento dell’offerta di moneta e un utilizzo minimo da parte delle imprese e delle famiglie. Il Capitalismo, quello che conoscevamo, è in crisi, difficile capire cosa ci aspetterà, per ora le conseguenze sono l’estrema disuguaglianza, una precarietà diffusa, scarsa mobilità sociale  e un potere oligopolistico. Probabilmente è da queste conseguenze che bisognerebbe intervenire per ricostruire un reale percorso di crescita.

La politica di “Tutti i soldi del mondo” era l’unica cosa possibile per evitare fallimenti a catena e una ripresa ancora più lenta, sicuramente ha comportato un aumento della volatilità dei mercati, tutto ciò non basterà a far ripartire gli investimenti e i consumi. La ricetta ce la aveva già suggerita J. P. Morgan “il denaro non può comprare il carattere…” , immagino che avrebbe riconosciuto poca fiducia  verso il “carattere” della finanza fine a se stessa. Continuare a difendere ad oltranza un modello economico di “tutti i soldi del mondo” che produce ricchezza per pochi ma debiti per molti, comincia ad avere un “fiato corto”.