Tutto il mondo in orbita: da passeggeri ad equipaggio

space x

Proseguo nel raccontare ciò che saranno gli aspetti distintivi per i prossimi tempi, ho iniziato con “Tutti soldi del Mondo” per proseguire con ”Tutta l’intelligenza del Mondo”, ora è giunto il momento di andare in orbita. Ci provo, rimango con i piedi ben piantati a Terra, tuttavia mi sarebbe piaciuto scrivere questo pezzo guardando il Mondo dallo Spazio, ovviamente con la certezza di tornare sano e salvo. Iniziamo dalla notizia di questi giorni, Tesla di Elon Musk, ha raggiunto valori “spaziali”, in termini di capitalizzazione con 183 miliardi di dollari, superando Toyota (176 mld) e Volkwagen (84 mld), ma allo Spazio, quello fisico, Musk ci pensava già dal 2015, non si è accontentato di lanciare il progetto dell’auto elettrica, con la sua iniziativa chiamata SPACE X ha spedito in orbita una “costellazione satellitare” in grado di offrire una connessione internet ovunque nel Mondo senza rete fissa. Una idea intuitiva e semplice, ma che, sino a pochi anni fa, sembrava impossibile da realizzare; oggi, grazie alla capacità di far lavorare molti satelliti in sinergia, può rappresentare un mercato, valutato dalla banca d’affari Morgan Stanley, di 500 miliardi di dollari entro il 2040. Queste “costellazioni satellitari” viaggiano a poco più di 500 chilometri dalla Terra (Bassa Orbita) e riescono a far rimbalzare il segnale in pochi secondi su qualsiasi punto del Pianeta.

All’inizio sarà un mercato di nicchia visto che questi satelliti, dal peso di circa 300 chilogrammi, costano quasi due milioni di dollari. Il progetto Starlink (Space X-Musk) ha già più di 400 satelliti in Orbita e conta di offrire un servizio telefonico in Nord America all’inizio del 2021. La competizione a Starlink arriva da un altro operatore, ONEWEB in joint venture con AIRBUS, che possiede circa 1000 satelliti per realizzare un accesso globale ad internet ad alta velocità. Il governo britannico ha manifestato l’interesse ad acquisire il 45% della joint venture sborsando un miliardo di sterline. Era il 1994 quando J. Besoz fondò Amazon, oggi è considerato l’uomo più ricco al Mondo, con un patrimonio di circa 170 miliardi di dollari; Besoz appena un anno fa, ha annunciato il progetto KUIPER, dove prevede il lancio di 3000 satelliti per portare internet lì dove non c’è;  si capisce, per la sua società di e-commerce significherà vendere ogni prodotto in qualunque posto al Mondo, anche il più remoto, per la consegna della merce ci penseranno i droni . Due storie che rappresentano come imprenditori privati si siano avventurati nell’industria spaziale, tutto ciò è stato possibile per una scelta di Barack Obama che aveva convinto la NASA ad aprire ai privati la navigazione nell’orbita della Terra. L’avventura dello Spazio era iniziata nel lontano 1962 quando un altro Presidente democratico, J.F Kennedy, in competizione con i russi, si era posto l’obbiettivo che dovevano essere gli americani ad arrivare per primi sulla Luna, nacque la NASA e iniziarono le conseguenti ricadute in termini di investimenti industriali e innovazione tecnologica e scientifica. E’ notizia di questi giorni che la NASA sta progettando di inviare un elicottero sperimentale nell’atmosfera rarefatta di Marte, il velivolo, chiamato INGENUITY, andrà ad energia solare, l’obbiettivo sarà realizzare un sistema di droni su Marte in modo da poter raccogliere dati geologici e meteo su vasta scala. In ambito spaziale molti investimenti sono rivolti all’Intelligenza Artificiale, sino ad oggi sono valutati oltre un miliardo di dollari; l’analisi della ingente massa di informazioni che arrivano quotidianamente dalla costellazione di satelliti vengono trattati attraverso sistemi di apprendimento “machine learning”(Intelligenza Artificiale) per sviluppare algoritmi predittivi nell’ambito di eventi naturali e meteo ed inoltre per la diagnostica medica per la valutazione delle condizioni fisiche degli astronauti. Negli Stati Uniti l’ammontare di spesa pubblica che sostiene gli investimenti nel settore “Space” è del 16% del totale, ma le previsioni future sono per una incidenza del 30 per cento.

A fronte dell’ammontare di miliardi di dollari anche l’Europa si è attrezzata con ESA (European Space Agency), la quale, per i prossimi tre anni, avrà a disposizione un budget di 14 miliardi di €uro, l’Italia parteciperà con un apporto di 2,5 miliardi, terzo contributore europeo. L’ESA opera anche attraverso il veicolo BUSINESS INCUBATOR CENTER, un incubatore (facilitatore) che ha già permesso a circa 180 startup di avere il supporto di consulenza dell’ESA e un contributo a ciascuno di 50.000 €. In Italia sono molte le start-up e piccole medie imprese che lavorano nel settore Spazio, ed è proprio per questo motivo che la Società di Gestione del Risparmio italiana PRIMOMIGLIO  (Presidente Gianluca Dettori) sta lanciando un Fondo (PRIMO SPACE) focalizzato nel far crescere startup nel settore spaziale. Partirà con una dotazione di 80 milioni di €, con la partecipazione di Cassa Depositi e Prestiti(CDP) con 21 milioni, e il Fondo Europeo per gli Investimenti ci ha messo 30 milioni di €. L’obbiettivo sarà investire, attraverso partecipazioni al capitale, in circa 30 aziende nel settore spaziale facendo scouting su un parco progetti di circa 600.  La catena del valore della “space economy” inizia dalla ricerca e sviluppo, alle infrastrutture spaziali sino alla creazione di prodotti innovativi con una grande ricaduta nei settori delle Telecomunicazioni, servizi di Navigazione, monitoraggio Ambientale e Meteo. La dimensione più interessante rimane, anche in questo caso, lo “sfruttamento” dei dati satellitari, questi in sé ci direbbero poco se non si svilupperà la capacità di elaborarli e di trasformarli in servizi. Dallo Spazio ci potranno arrivare molte informazioni, dati, analisi per implementare il nuovo paradigma economico che pone al centro dello sviluppo, prima di tutto la salvaguardia dell’Ambiente, una metodologia di  Condivisione delle informazioni e una accurata Regolamentazione del mercato, definito ESG (Environment, Social and Governance). La Space Economy  diventerà uno dei capitoli importanti della politica industriale dei Paesi, visto che incide sia sulla manifattura (hardware) ma soprattutto sui servizi e sulle applicazioni, questi ultimi riguarderanno il processo di analisi dei dati satellitari per poi intervenire più efficacemente nell’agricoltura, gestione del territorio, pianificazione urbanistica e molto altro. Quando ci spingiamo al confine delle nostre possibilità bisogna ricordarci che vi è l’altro lato della medaglia, in questo caso sono i cosiddetti “detriti spaziali”. ESA calcola che ad oggi ci siano in Orbita migliaia di detriti derivanti dalla esplosione di satelliti,  sarebbero pari a circa 9.000 tonnellate, che si sono triplicati negli ultimi 20 anni. L’evento di maggiore impatto è stato causato dalla decisione della Cina di distruggere un proprio satellite nel 2007, le motivazioni di tale scelta rimangono avvolte in un alone di mistero. Auguriamoci che una sana competizione in Orbita tra Stati Uniti, Russia e Cina che dovrebbe favorire la qualità della vita nel pianeta terrestre non si trasformi nella nuova frontiera per una prossima “guerra spaziale”, in quel caso gli effetti di distruzioni, i rottami viaggerebbero sopra le nostre teste a 900 km di altezza .

Nei prossimi anni arriveranno molti denari (“Tutti i soldi del Mondo”), c’è ormai la certezza di essere in una fase di accelerazione tecnologica, i confini dello Spazio sia quello economico sia fisico e dell’Intelligenza artificiale si ampliano, tuttavia mi sovviene alla memoria una frase del Dottor Marchionne: “sono i luoghi e le persone che definiscono il nostro tempo” e soprattutto creano le ambizioni, i traguardi futuri . Non ci piacerebbe essere passeggeri ma l’equipaggio per il nuovo viaggio, non solo quello spaziale.