Si è conclusa ieri – 18 giugno – 48esima edizione di Art Basel. Si tratta di uno degli eventi più attesi ogni anno, la più importante tra le fiere di arte contemporanea. A fare da cornice, la capitale della cultura svizzera, dove le più grandi gallerie del mondo (di cui ben 21 italiane) hanno presentato le opere di oltre 4000 artisti provenienti da tutto il mondo.
Anche quest’anno vi hanno partecipato top player dell’alta finanza, investitori provenienti dalla Russia e dagli Emirati Arabi, manager di grandi società e tutti coloro che sono mossi da una forte passione e, perché no, forti interessi economici nel mondo dell’arte.
7 artisti italiani a Basilea
Art Basel è composta di varie sezioni, ma la più apprezzata dal largo pubblico è certamente Unlimited: 76 i progetti esposti nel 2017 (in calo rispetto all’anno precedente), scelti tra le opere di artisti affermati o emergenti. Tra questi, 7 sono italiani: Enrico Castellani, presentato da Magazzino e Lèvy Gorvy; Pier Paolo Calzolari, con Kamel Mennour e Marianne Boesky Gallery; Giulio Paolini sostenuto da Alfonso Artiaco; Paolo Icaro con P420; Francesco Arena, presentato da Raffaella Cortese e Sprovieri; Yuri Ancarani, con Zero e Isabella Bortolozzi; Massimo Bartolini, presentato da Magazzino, Massimo de Carlo e Frith Street Gallery.
Vendite: cifre a sei zeri
Cifre stellari per alcune delle opere in esposizione. Ammirate, studiate e comprate.
Si è registrato un volume di vendite per un valore di circa 60 milioni di dollari, solo il primo giorno.
15 milioni di dollari per l’acquisto dell’olio su tela di Philip Guston, 3 milioni e mezzo per un’opera di Richard Serra, circa 5 milioni per un dipinto di Gerard Richter, 1,5 milioni per una stampa a colori di Cindy Sherman. E l’elenco, com’è facilmente intuibile, è ancora molto, molto lungo.
Le parole di Marc Spiegler, Global Director di Art Basel
In una recente intervista rilasciata ad A.M.A, Marc Spiegler ha affermato: “La struttura operativa è passata dall’essere esclusivamente in Svizzera a toccare tre continenti, con un organico di oltre 80 persone contro le 20 di quando ho iniziato. Al tempo stesso, l’attività è cambiata notevolmente: le aspettative per le fiere continuano ad evolversi, dieci anni fa erano solo piattaforme di negoziazione, ora sono eventi nel calendario del mondo dell’arte. Questo significa incontri, panel, piattaforme speciali di esposizione, collaborazione con istituzioni pubbliche e private locali, ecc. Negli ultimi cinque anni si è poi assistito all’incremento della presenza online per raggiungere i collezionisti prima, durante e dopo ogni evento. Ci siamo spinti dall’essere un momento di breve durata, cinque giorni, a diventare una struttura di supporto per un anno, nonché catalizzatore per gallerie e artisti”.