AeroDron: i Droni Civili al Servizio dell’Agricoltura e della Salvaguardia del Territorio

La nostra epoca vive il sogno del drone giocattolo, che porta il giornale sotto casa o la pizza a domicilio. Nell’attesa, in un prossimo futuro, di arrivare anche a questo, più concretamente al momento esistono strumenti professionali nati per coadiuvare il lavoro di professionisti e che consentono, ad esempio, la mappatura delle coperture in amianto nei Comuni o del dissesto idrogeologico. Noi di Smartweek abbiamo intervistato Mascia Foschi, co-founder e coordinatrice delle missioni con i droni per AeroDron, la prima startup italiana che, attraverso l’utilizzo di droni civili, offre servizi professionali di riprese aeree a bassa quota ed alta precisione a supporto di attività di analisi, tutela, prevenzione e salvaguardia del territorio e dell’ambiente.

Mascia, cos’è e com’è nata l’idea di AeroDron?

AeroDron nasce dall’idea di Giorgio Ugozzoli, il nostro amministratore delegato. L’ingegnere è sempre stato un tecnologo dell’innovazione, sempre a contatto con tutto ciò che sono le nuove tecnologie, soprattutto nel mondo consumer. Fino a tre/quattro anni fa i droni nel loro complesso erano ancora legati ad un aspetto più amatoriale e venivano prevalentemente utilizzati per compiere lavori di tipo fotografico oppure video riprese dall’alto. Tuttavia sono uno strumento altamente interessante per un aspetto senza dubbio più tecnico, legato al rilievo di dati relativi al territorio. Da questa constatazione è nata AeroDron ed inizialmente ci siamo posti l’obiettivo di sviluppare in maniera seria e professionale strumenti che consentissero di effettuare la tutela ed il controllo del territorio. Il nostro è un utilizzo del drone molto tecnico, principalmente legato al dissesto idrologico e alle emergenze. La foto che portiamo a casa non è una immagine ma un insieme di dati. L’idea è stata dunque presentata a b- Ventures, l’incubatore appartenente al gruppo Buongiorno, ed è piaciuta molto agli investitori. Il primo round di investimento l’abbiamo ricevuto nel 2013 e con esso abbiamo avuto la possibilità di strutturarci e di effettuare i primi investimenti per l’acquisizione delle macchine e delle tecnologie.

Qual è il settore produttivo che presenta le prospettive più interessanti?

L’agricoltura, stando anche alle fonti internazionali, è uno dei mercati di maggiore sviluppo per tutto ciò che concerne il lavoro con i droni. Grazie alle camere multisensoriali con cui possono essere attrezzati riusciamo a dare delle letture dall’alto di tutto ciò che è lo stato del terreno e della pianta e a fornire delle mappe con gli indici di vigore della pianta stessa. Ciò permette all’agricoltore o alla grande società che si occupa di agroalimentare di riuscire a costruire delle dinamiche all’interno della propria azienda orientate a lavorare in maniera più concentrata e puntuale per ciò che concerne l’utilizzo dell’acqua, di micro farmaci o di altri prodotti utili per la crescita delle piante. Purtroppo l’agricoltore proprietario di un appezzamento di terreno medio/piccolo non ha la possibilità di utilizzare ed apprezzare questo impiego tecnologico. Per un progetto così valido sulla coltura, è necessario avere una dinamica/ metodologia di lavoro costante nel tempo. La stagione dell’agricoltura in Italia dura sei mesi, all’incirca da fine aprile fino a ottobre, ed è dunque abbastanza corta impedendo alla sperimentazione di avvenire velocemente. Nel corso delle stagioni passate abbiamo svolto una sperimentazione con Mutti e altre cooperative sperimentali nel piacentino e a Parma con l’obiettivo di organizzare una metodologia di lavoro che ci permettesse di individuare con lo strumento gli indici di vigore della pianta e le disomogeneità del terreno.

Aerodron

Spiegaci meglio in che cosa consiste il supporto fornito dai droni all’attività di agricoltura..

In uno stesso appezzamento di terreno ci sono aree in cui l’acqua filtra in modo differente: grazie alle missioni dei nostri droni siamo in grado di suggerire azioni volte all’ adeguamento dell’ innaffiatura o dei prodotti chimici utilizzati per  contrastare le malattie. Sono informazioni importarti per un agricoltore per poter operare in maniera puntuale: usare acqua e fertilizzanti solo dove serve ed evitare interventi a cascata. Le grandi industrie alimentari sono interessate ad ottimizzare le risorse e i costi per cercare di ottenere un prodotto qualitativamente superiore. L’anno scorso abbiamo cercato di lavorare tanto sul tema dell’acqua ma purtroppo è stata una delle estati più piovose degli ultimi 10 anni. È un mercato estremamente nuovo, e vi sono numerosi orizzonti da sperimentare soprattutto con l’arrivo di nuove attrezzature.

Che limiti pone oggi la regolamentazione allo sviluppo del mercato dei droni?

La regolamentazione oggi pone dei limiti per quanto riguarda la possibilità di volo in determinate aree e ciò di fatto può rallentare la creazione del mercato con tutta la filiera che vi gira intorno. Dal 2014 è entrata in vigore una regolamentazione che disciplina l’ utilizzo dei droni, disponendo regole sulle modalità di acquisizione del brevetto per diventare piloti e per utilizzare lo strumento in sicurezza. Altri paesi hanno già definito una normativa molto rigida per quanto riguarda il volo in contesto critico ( volo su città, luoghi molto delicati, linee elettriche, ferrovie), mettendo in correlazione l’operatore esperto con lo strumento adatto, chi può fare questo lavoro e con che tipo di strumento. ENAC ( Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) sta lavorando a qualcosa di speculare anche nel nostro paese, al momento la normativa esiste ma non consente di volare in determinati contesti critici e semi critici e, in  mancanza  di indicazioni specifiche che regolamentino il lavoro aereo in questi specifici contesti,  tutti gli operatori  possono  e devono interfacciarsi con ENAC per discutere caso per caso. Ogni volta che facciamo una missione svolgiamo un attento risk assessment: insieme ai nostri tecnici mappiamo la zona e  le aree di pericolo. Nel caso di contesti delicati dialoghiamo con ENAC, per abbassare il rischio. Quando ci sarà da parte di ENAC una disposizione su come operare in contesto critico avverrà sicuramente uno sviluppo ulteriore di questo mercato.

Da chi è composto il team?

Il team è composto da Giorgio Ugozzoli ideatore principe di tutta l’idea; Marco Donadoni, direttore generale; Romeo Broglia, business developer  e responsabile del rapporto con la pubblica amministrazione; Marco Casella pilota di droni e responsabile elaborazione dati; Fausto Ugozzoli, co-founder ed architetto responsabile dei rapporti con gli istituti tecnici e Vanilla, la nostra mascotte.

Mascia tu sei attrice, ballerina di tango e cantante. Dopo una carriera maturata in ambito teatral-musicale, com’è avvenuto il passaggio ad un settore così tecnico?

Conosco da molti anni l’ingegnere Ugozzoli e l’ho sempre accompagnato  in qualità di sua assistente nel suo percorso professionale.  Nel corso degli ultimi tre/quattro anni sono stata coinvolta nel progetto sotto un ambito più operativo. Il passaggio non è stato molto complicato, essendomi io sempre occupata di organizzazione in ambito teatrale, ma ho ricevuto un grosso aiuto dai mentor di b-Ventures nel colmare alcune lacune date dall’operare in un ambito professionale diverso da quello a cui ero abituata. Sono stati infatti messi a nostra disposizione mentor specifici nelle aree del digital marketing, della finanza, e dell’aspetto legale.