Mattarella ha ricevuto al quirinale Alberto Rizzoli e Marta Cheng, creatori di Aipoly, l’app che permette a non vedenti e daltonici di ascoltare la descrizione audio degli oggetti inquadrati dallo smartphone, colori compresi.
La ricerca tecnologica ha portato a un risultato significativo nel mondo dell’informatica. Alberto Rizzoli, ventiduenne di grande tradizione imprenditoriale, figlio dell’editore Angelo scomparso nel 2013, ha ideato insieme ad un’altra giovane innovatrice under 30, l’australiana Marita Cheng, Aipoly, un’app che permette ai non vedenti di leggere e vedere le immagini.
L’idea nasce in un’aula della Singularity University, quando Alberto Rizzoli assiste ad una dimostrazione con supercomputer in grado di riconoscere immagini di qualsiasi tipo. Questi computer non riconoscono un singolo oggetto, molte app sono in grado di riconoscere un oggetto specifico. Questi computer sono in grado di riconoscere un ampio spettro di oggetti con loghi e marche diverse. Il computer non si ferma al semplice riconoscimento di oggetti, ma è in grado di riconoscere le persone e le loro relazioni. Prima un computer non riusciva e riconoscere un abbraccio fra 2 persone. Questo dimostra come probabilmente fra pochi anni riusciremo a disporre di una tecnologia tale da trasformare un computer in un narratore della realtà. Questa ipotesi è confermata anche dal fatto che i computer stanno migliorando in maniera esponenziale, la capacità di riconoscimento raddoppia ogni due anni.
Andrea Rizzoli, prima del corso alla Singularity University, ha studiato management ma ha sempre avuto passione per l’ingegneria e informatica. Appena uscito dall’università ha ricevuto un finanziamento da una società, che fa riferimento al governo inglese, per avviare una startup che aveva come scopo quello di elaborare programmi educativi per ragazzi di 8 16 anni. In particolare si trattava di insegnare l’ingegneria e la matematica attraverso l’uso delle stampanti 3d. Oggi 30 scuole del Regno Unito ricorrono a questo programma educativo.
Tramite Aipoly, i non vedenti possono inquadrare il mondo che li circonda e inviare le foto all’intelligenza artificiale che le confronterà con le immagini presenti nel database per fornirne una descrizione vocale. Con l’app, basta puntare il telefono e gli oggetti saranno riconosciuti e descritti da una intelligenza artificiale che funziona anche senza connessione internet. Aipoly riconosce un enorme numero di immagini ed è utilizzabile per dare un aiuto ai non vedenti. La prima versione dell’app verrà lanciata a novembre e si spera che fra 4 anni Aipoly sarà in grado di garantire una navigazione in tempo reale.