Vi manca il fiato vero? State passando un altro maledetto giorno con l’affanno clandestino che vi sfida in rima e di certo non sapete come liberarvi del vostro corpo e della vostra mente, giusto? L’incubo peggiore di ogni uomo è osare contro il destino ed essere partecipe di un impatto inaspettato. Siete mai stati a casa di Max Papeschi? Di certo un regista fallito cos’ha da mostrare? Il suo regno artistico, il suo bellissimo studio. Milano non è un’occasione per rimanere, ma un semplice circuito di passaggio e anche gli alberi sembrano danzare qui. Max si fa prendere, è un artista disponibile, ironico e positivo e nella sua perplessità alimenta una forte attrazione. Si può scherzare di quello che lui rappresenta ma il mondo ha un reale bisogno della sua mente, perché Papeschi non è un personaggio ma un’ autentica persona.
Non nascondersi è il primo passo verso il successo. Max, ha creato opere d’arte per caso, mentre la noia e l’amarezza prendeva il sopravvento, quando molti anni fa ad un certo punto è arrivato davanti al famoso bivio. Cosa fare? Nessun progetto in corso e nessuna idea decente da seguire. Il buio però l’ha portato a riderci sopra, scherzarci seriamente su, e sostituire la videocamera con l’immagine.
Il suo libro “Vendere svastiche e vivere felici. Ovvero come ottenere un rapido e immeritato successo nel mondo dell’arte contemporanea” (Sperling & Kupfer), è la perfetta dimensione di chi non sa di essere geniale in qualcosa e quando lo scopre continua a stupirsi ancora e ogni giorno di più. Vivere con la certezza o la volontà di voler essere sempre un po’ bambini, ci protegge dall’ingenuità di capire. La prima mostra di Max Papeschi è stata a Milano, e poi sono seguiti altri eventi nelle città italiane e all’estero, come Poznan, Berlino, Parigi, Turchia, Russia, Stoccolma, Giappone, Messico, California.
L’arte provocatoria di Max Papeschi è la massima espressione di una ribellione talentuosa, quanto forte, vera e cruda, che ci porta ad una vasta riflessione e ad un concreto concetto di cambiamento. Tutto questo ci fa ricordare che ogni “personaggio”, reale e di finzione, può somigliarsi in modo talmente colto che nessun paragone smette di affermarsi. La volontà è una creazione dell’istinto e l’azione è solo un’arma in più.
Tutti siamo Max Papeschi, perché siamo stanchi di aver paura ad avere coraggio. Siamo stanchi di meccanismi troppo rigidi e seri. Nessuno è perfetto e nel concetto più misero, anche un Topolino può farci saltare in aria. Quindi, auguriamo ad ogni spettatore di godersi lo spettacolo del Mondo, nella peggior ironia che abbiate mai visto.