Attenti Alle Banche Centrali

Banche Centrali Sotto Ricatto Dei Mercati Finanziari

In un contesto dove proprio in questi giorni, il Fondo Monetario Internazionale riduce le stime di crescita mondiali portandoli ai livelli più bassi dal 2008, rileviamo che questo “humus”  si conferma di estremo gradimento per i mercati finanziari. D’altra parte la scarsa crescita impedisce il rialzo dei tassi e ne rinvia il problema concentrando gli sforzi dei policy maker sulla crescita a tutti i costi. Solo il trascorre del tempo ci dirà se la prossima recessione si presenterà dopo un corposo periodo di crescita (e quindi un successo per banche centrali e governi), oppure se invece si presenterà in un contesto ancora a crescita lenta. In quest’ultimo caso sarebbe davvero una situazione drammatica perché le banche centrali si presenterebbero all’appuntamento con le armi spuntate (tassi sempre più bassi e negativi ?!).

Per il momento i mercati finanziari sono ottimisti e scommettono sul primo scenario secondo il sguente schema :

Noi non vogliamo essere né pessimisti né ottimisti, e ci limitiamo a prendere atto che le Banche Centrali siano per il momento riusciti a convincere, per la prima volta, quello che hanno sempre cercato di fare, cioè gestire un rallentamento economico, evitando che sfociasse in una conseguente recessione .

Le aspettative di interventi che verranno esplicitati nei prossimi giorni dalle banche centrali probabilmente saranno per un proseguimento delle misure accomodanti riguardo la politica monetaria; le aspettative da parte degli operatori sono talmente elevate che i titoli governativi europei non hanno oramai alcuna ragione per essere di interesse. Per quanto riguarda i mercati azionari bisogna ricordare che dipendono positivamente dai dividendi futuri,  sono correlati negativamente al tasso d’interesse offerto dalle obbligazioni e infine sono collerati negativamente rispetto al premio di rischio richiesto dagli investitori per detenere azioni . Come si può notare non è semplice ed immediato determinare una relazione univoca tra l’andamento dei tassi e i mercati azionari. Tuttavia la situazione di “Nirvana” che si è venuta a creare con l’attività supportiva delle Banche Centrali, non è comunque fine a se stessa ma rappresenta l’esplicitazione del tentativo di prolungare il ciclo positivo economico impedendo alle banche di fare gli stessi errori commessi nel recente passato quando, al primo segnale di rallentamento economico investivano nei titoli governativi sottraendo denaro alla economia reale. Questa è davvero una situazione interessante, sia perché è la prima volta che succede, sia perché “l’esperimento” prende piede in un ciclo economico maturo che ha già raggiunto il suo record.

Nel grafico del National Bureau of economics, vediamo infatti come dal mese di Giugno questo ciclo economico sia ufficialmente il più esteso di sempre (121 mesi) e se, in questo periodo, non possiamo certo dire di esserci “finanziariamente” annoiati, il futuro ha tutte le premesse per essere altrettanto effervescente e ricco di sorprese.

Guardiamo al calendario: la Bce con la riunione del direttivo del 25 luglio a Francoforte ha già confermato la sua politica accomodante; Mario Draghi si prepara a dire addio alla Bce il 31 ottobre, al suo posto arriverà Christine Lagarde, direttore del Fondo monetario internazionale. Il 30 e il 31 luglio, la FED farà il comitato di politica monetaria, poi arriverà la Banca del Giappone (30 luglio) e all’inizio di agosto aspettiamo le decisioni della Banca d’Inghilterra. Infine ci sarà il tradizionale appuntamento del forum dei banchieri centrali a Jackson Hole.