La commissione incaricata di chiarire le circostanze della morte di Salvador Allende, avvenuta l’11 settembre del 1973 durante l’assalto dei militari di Pinochet al palazzo presidenziale di Santiago del Cile, ha confermato quanto sostenuto dalla versione ufficiale: il presidente si tolse la vita con due colpi d’arma da fuoco sparati con un fucile AK-47 regalatogli da Fidel Castro che teneva in mezzo alla gambe. Alcuni dei suoi sostenitori invece hanno sempre sostenuto che sia stato ucciso dai golpisti mentre difendeva il Palazzo.
Durante il suo ultimo discorso da presidente trasmesso via radio lo stesso tragico giorno, poche ore prime della morte, Allende disse:
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori! Queste sono le mie ultime parole e ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano. Ho la certezza che, per lo meno, ci sarà una lezione morale che castigherà la vigliaccheria, la codardia e il tradimento.
La famiglia di Salvador Allende ha rivelato di avere appreso con gioia la conferma della versione ufficiale: “Le conclusioni del rapporto sono in linea con quanto abbiamo sempre creduto. Di fronte a circostanze estreme, preferì togliersi la vita piuttosto che essere umiliato”, ha detto Isabel Allende, figlia dell’ex presidente nonchè attuale senatrice cilena.
A 45 anni dalla sua elezione, lo ricordiamo così. Nonostante la sua candidatura fosse stata fin da subito fortemente osteggiata dagli Stati Uniti, al tempo terrorizzati dalla possibilità che il comunismo potesse contagiare il Sudamerica, Allende fu eletto presidente del Cile il 3 novembre del 1970. Divenuto presidente, Allende si adoperò subito per realizzare la sua riforma socialista della società cilena. Il governo avviò un programma di nazionalizzazione delle principali industrie private e fu creata una tassa sulle plusvalenze e venne annunciata una sospensione del pagamento del debito estero. La politica del presidente, sempre più sbilanciata a sinistra verso il socialismo, e i suoi stretti rapporti con Cuba, allarmarono sempre di più Washington. L’amministrazione Nixon iniziò ad esercitare una pressione economica sempre più crescente attraverso diversi canali: l’embargo, il finanziamento degli oppositori politici nel Congresso Cileno e, nel 1972, l’inconsueto appoggio economico erogato al sindacato dei camionisti, che paralizzò il paese con continui scioperi e manifestazioni. L’11 settembre 1973 le forze armate guidate dal generale Augusto Pinochet occuparono La Moneda e instaurarono una dittatura che rimase al potere per diciassette anni.