Cultura, Nasce Missione Italia: “Vogliamo Regalare ai Giovani il Dono della Tradizione”

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“Il nostro obiettivo è quello di regalare ai giovani il dono della tradizione”. Davanti al mio registratore tre giovani ragazzi, tre amici, che hanno deciso di dar voce alla loro passione tramite un progetto ricco di obiettivi concreti e ambiziosi. Tommaso Moroni Zucchi, parmigiano doc con diverse esperienze politiche alle spalle, in veste di Presidente dell’Associazione Missione Italia, nata tra una lezione e l’altra di diritto tra le aule dell’Università Bocconi, ha subito trovato la giusta intesa con Edoardo Falcioni, ragazzo milanese appassionato di cultura e arte, Segretario del medesimo gruppo. A chiudere il cerchio un altro giovane meneghino attento alla storia e con uno sguardo rivolto verso il mondo, Lorenzo Maestroni nel ruolo di Vice-Presidente. Nel giro di pochissimo tempo decidono di dar voce a un imperativo morale, a ciò che li rende simili e di farlo seriamente. Il 9 febbraio di quest’anno tagliano insieme il loro primo traguardo, o forse prendono la rincorsa per la maratona più importante della loro giovinezza, fatta di entusiasmo, competenza e voglia di misurarsi. Sicuramente l’audacia e la determinazione sono elementi che non mancano e, dopo la nostra piacevole conversazione, scoprirete anche altre qualità. Missione Italia vuole dare ai giovani una possibilità di crescita sotto ogni profilo: culturale, politico, artistico e umano. E’ stata pensata da un gruppo di giovani amici per un futuro migliore fatto di speranza e di autentiche rinascite.

Come nasce l’Associazione Missione Italia?

Nasce grazie a un’amicizia, alla condivisione di esperienze e soprattutto di passioni. Abbiamo cercato un modo – del tutto naturale – per dar voce a quello che da sempre ci appassiona, ovvero la politica. Col passare dei mesi ci siamo resi conto che mancavano le occasioni per portare avanti questa passione. Sicuramente un progetto di tale portata è mosso da una realtà partitica insufficiente che abbiamo visto e riscontrato personalmente ma non vogliamo sostituirci a nessun partito, né essere una succursale, anzi vogliamo puntare sull’ambito culturale, quindi Missione Italia accoglie chiunque abbia voglia di formarsi, chiunque sia aperto al confronto, ad instaurare una relazione basata sul sano commento critico. Sicuramente l’area di riferimento è un’area liberale, quindi un centrodestra plurale nelle sue sfaccettature. Tuttavia abbiamo tesserati che vestono altri colori politici. Inoltre, essendo un’associazione chiunque può aderire, anche chi è tesserato ad esempio col PD. Non c’è conflittualità, è come la tessera dell’Esselunga.

Missione Italia non ha quindi l’obiettivo di aggregarsi a un partito politico?

L’obiettivo è quello di fornire ai giovani come noi degli strumenti affinché possano costruirsi una coscienza critica, con l’intento, forse un po’ pretenzioso, di abbattere il luogo comune dell’inaccessibilità al mondo istituzionale. Bisogna tornare a fare politica, a discutere del nostro presente e a costruire insieme le basi per un futuro stabile. Non è un mondo per pochi. Tutto questo cerchiamo di farlo a 360 gradi, non soltanto sposando la tematica elettorale bensì analizzando tutti gli aspetti che convergono nella quotidianità. Quindi spaziamo dalla cultura all’impresa; Missione Italia è un’associazione filantropica.

Cosa state organizzando per i tesserati attuali e quelli che arriveranno?

Abbiamo in programma diverse iniziative anche all’interno della nostra università, la Bocconi, per dare la possibilità ai colleghi di poter conoscere personalmente i protagonisti dell’economia, dell’arte e della moda. Stiamo organizzando un evento che si chiamerà “Il Dandy italiano”, con il prezioso contributo della storica sartoria milanese Eral 55, che ripercorrerà tutta la storia dello stile italiano da Gianni Agnelli ad altre icone di eleganza. Celebrare il nostro essere italiani, ciò che ci ha resi famosi in tutto il mondo abbracciando la tradizione e preservandola, in un mondo in cui si cerca di rendere omologabile tutto, perfino i capi d’alta moda. Si parla sempre più di moda di marchio invece si deve continuare, soprattutto a Milano, a sposare e valorizzare ciò che ci contraddistingue anche per rimarcare un senso di orgoglio che si sta perdendo. Noi giovani abbiamo il dovere morale di riaccendere la fiaccola.

Se volessimo tracciare una linea guida dell’Associazione…

I capisaldi di Missione Italia sono principalmente due: un’identità ben precisa in cui noi ci riconosciamo e che vogliamo portare avanti facendo capire che nonostante ci siano dei problemi ci sono altrettante opportunità che vanno sfruttate e sapute cogliere. Secondo elemento fondamentale: la politica non deve essere fatta di persone che vedono come obiettivo l’arricchimento personale ma di profili altamente qualificati con un background di lavoro e successo alle spalle che mettono a disposizione della collettività la propria esperienza.

Cosa pensate dell’esito delle elezioni italiane?

Queste elezioni sono il sintomo dei problemi di cui è vittima la nostra nazione, non se n’è ricavato nulla, non abbiamo ancora un governo, al momento non c’è un futuro stabile politico ma è evidente che ci sia un problema di fondo, un’Italia divisa in due.

Ha influito la posizione di Berlusconi regista con Tajani candidato?

Sicuramente sì, seppur c’è da dire che probabilmente la gente è stufa di rivotare una persona che da tanti anni è al centro della vita politica del Paese, a volte per una presa di posizione non consultano neanche il programma elettorale. Noi vorremmo abbattere questi pregiudizi che possiamo definire come malattia della democrazia, l’ignoranza da sempre distrugge e fa terra bruciata. Oggi c’è chi gioca sulle frustrazioni della gente e ne fa un punto di forza.

Quali sono i vostri prossimi obiettivi?

Al momento siamo presenti su Milano ma puntiamo ad essere sempre più attivi su scala nazionale, pian piano ci stiamo allargando, siamo nati ufficialmente a febbraio e siamo presenti a Parma dove a breve faremo una cena d’inaugurazione, in Veneto ci sono ragazzi che vorrebbero aprire una nostra sezione. Inoltre il nostro intento è quello di aiutare e dare un contributo reale nei confronti delle realtà più bisognose, quindi abbracciare anche la dimensione della beneficienza e del volontariato. Sarà un filone che Missione Italia svilupperà e che guarda concretamente.

Inoltre siete partiti da poco e avete già un buon numero di tesserati…

Al momento abbiamo 172 tesserati e siamo partiti il 9 febbraio, giorno della cena di inaugurazione tenutasi a Milano. Abbiamo avuto dei feedback molto positivi anche dal neo Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana con cui siamo in contatto. Ha partecipato alla nostra cena ed è stato un grande onore. Abbiamo inviato, senza troppe pretese, una mail di presentazione e nel giro di 12 ore ha risposto con la sua mail per poi chiamare personalmente dicendo: mi avete trasmesso grande entusiasmo, non vi conosco ma il 9 febbraio verrò a inaugurare la vostra associazione.

Se volessimo essere scettici e ironici, magari è stato così disponibile perché era in campagna elettorale?

Bè in campagna elettorale si è tutti più buoni, ma finite le elezioni, eletto presidente della giunta regionale ha parlato di noi e della nostra esperienza a diverse persone. Questo è sintomo di grande trasparenza e sincera stima e fiducia. Inoltre durante la nostra cena d’inaugurazione ha mostrato quasi affetto nei nostri confronti con un intervento di grande qualità.

Cosa pensate della società sempre più interconnessa in cui viviamo?

Sicuramente è un mondo con una forte globalizzazione con effetti molto positivi, pensare di poter comunicare facilmente e conoscere altre culture, altre nazioni e tradizioni è importante, ma allo stesso tempo questo ha innescato un meccanismo sbagliato che si esplica quando vengono meno le nostre radici che dovrebbero restare ben piantate perché soltanto conoscendo e coltivando la nostra cultura e tradizione potremo crescere come alberi e assimilare le altre realtà, trovare una chiave di confronto, e non mescolarsi ad esse perdendo la propria natura, autenticità. Molto attuali, infatti, sono le parole di Indro Montanelli: “gli italiani non hanno un futuro perché non sanno la loro storia”.

Infine un commento su una delle tematiche che ha fatto da protagonista in questa campagna elettorale: l’immigrazione.

E’ una tematica sempre più discussa, strumentalizzata e attuale, Forza Italia nel suo programma elettorale dispone una soluzione concreta che Missione Italia abbraccia; bisogna fare una netta distinzione tra chi realmente scappa dalle guerre, in tal caso accolto senza alcun problema, e chi viene in Italia soltanto per realizzare il sogno di fare soldi esercitando il mestiere del delinquente.