L’Osservatorio Metropolitano di Milano, istituto di ricerca indipendente finalizzato allo studio e alla comprensione dei fenomeni economici, politici e sociali relativi al capoluogo lombardo, in collaborazione con l’associazione Cyber Parco, ha organizzato nella giornata di ieri un incontro sul tema della sicurezza elettronica.
La rivoluzione informatica avvenuta negli ultimi anni ha investito la nostra società in modo significativo, favorendo l’interazione tra individui, la condivisione di idee e informazioni, creando nuove modalità di coinvolgimento politico e nuove relazioni economiche.
L’allargamento del cyberspace modifica i confini esistenti, che adesso risultano più ampi ed aperti; nel contempo, tale apertura rende più vulnerabili i sistemi informatici su cui esso si basa. L’utilizzo pervasivo di smartphone e tablet nella quotidianità, interconnessi attraverso la rete, rende chiaro come la cyber security acquisti rilevanza a livello generale: si tratta di proteggere l’accuratezza delle proprie informazioni, dei propri dati sensibili, e a livello nazionale delle proprie infrastrutture, dei propri asset scientifici ed industriali.
Ciò rende sempre più evidente la necessità di una piano strategico per salvaguardare la sicurezza informatica, una delle sfide più significative che oggi tutti i governi si trovano a dover affrontare. L’assenza di una politica digitale in un paese avanzato può esporlo non solo al rischio di compromettere la propria stabilità, ma soprattutto di perdere una concreta opportunità di crescita. La difesa del cyberspace è già adesso un requisito essenziale per acquisire attrattività nei confronti degli investimenti internazionali, il che si traduce in posti di lavoro qualificati in tutti i settori ad alto tasso di competitività.
Vale La Pena Occuparsi di Cyber Security?
Stefano Mele, Responsabile Dipartimento tecnologie privacy, sicurezza ed intelligence Carnelutti, ha presentato una serie di dati ufficiali resi pubblici dal Documento di Sicurezza Nazionale che forniscono le dimensioni effettive di questa minaccia.
Per arma cyber s’intende un insieme di componenti hardware e software in grado di produrre danni di una qualche rilevanza contro obiettivi situati in Internet e non.
Questi strumenti possono infatti produrre effetti che non sono limitati alla realtà virtuale, ma si estendono al mondo fisico. Sfruttando la rete, un attacco informatico può ad esempio prendere di mira i sistemi di controllo di un’infrastruttura critica come una centrale nucleare e provocare potenzialmente ingenti danni in termini materiali e di perdita di vite umane. I potenziali obbiettivi includono le amministrazioni centrali, i sistemi di approvvigionamento, dei trasporti o quello energetico e in generale ad alto contenuto del know-how.
Il 37% delle azioni di Hacking consistono proprio nello spionaggio elettronico, vale a dire sottrarre informazioni in maniera illecita e spogliare in maniera fraudolenta l’elemento fondamentale che è il know-how dell’aziende. A tal proposito, una contromisura da correggere immediatamente ed implementare è l’attuale (quasi) incapacità da parte dei nostri sistemi di risalire all’identità di chi ha commesso un cyberattacco: può trattarsi di competitors, agenzie di intelligence o addirittura nazioni.
All’attività propria degli esperti informatici viene quindi affiancata la consulenza di strateghi militari, ricercatori, analisti e giuristi. Sorge quindi l’esigenza di realizzare l’operazione tenendo conto di tutti gli aspetti di pianificazione, logistici e giuridici attinenti al rispetto dei diritti umani, del diritto nazionale e umanitario.
È essenziale avere consapevolezza della propria attività in rete e dei pericoli cui si può andare incontro. Mele afferma: «Non ho bisogno di pedinare una persona per conoscere i suoi spostamenti. Mi basta guardare il percorso che compie quando esce per andare a correre e che condivide lui stesso sul suo profilo Facebook. Più siamo dipendenti dalla tecnologia, più siamo esposti a rischi.»
La Sicurezza Informatica Può Essere Un Fattore di Crescita Economica?
Raffaele Cattaneo, presidente del Consiglio Regionale della Lombardia, ha posto la questione in termini chiari: «Se non sapremo coniugare creatività e innovazione nel campo delle nuove tecnologie informatiche, le quali non hanno ancora dispiegato fino in fondo le loro potenzialità, perderemo il treno dello sviluppo futuro. Quest’argomento è strettamente connesso al tema della sicurezza, che va di pari passo con le decisioni prese dall’amministrazione pubblica o industriale dei singoli paesi. Uno dei motivi per cui Londra è diventata il principale centro borsistico internazionale è poiché ha potuto garantire un livello di sicurezza a livello di transazioni finanziarie molto elevato. La correlazione tra prosperità economica di una nazione e la qualità delle sue infrastrutture-cyber sarà sempre più stretta.»
«Quali sono le politiche più idonee a sostenere un innalzamento della qualità delle infrastrutture-cyber? Al posto di destinare queste risorse al Ministero della Difesa, bisogna provare a cogliere il potenziale a valorizzare la miriade di startup innovative frutto della creatività diffusa di imprenditori ed esperti nel settore. Un processo molto complesso, che richiede una relazione stretta tra pubblico, privato e mondo della ricerca.
Da qui nasce l’idea progettuale di un parco tecnologico all’interno del sito Expo che sostenga l’innovazione della cyber security, un polo di eccellenza dedicato ad aziende, startup e centri di ricerca attivi nel settore della sicurezza informatica sul modello dell’Advanced Technology Park di Be’er Sheva in Israele.»
CyberPARCO: Benefici Per Il Territorio
La proposta di Lorenzo Mazzei e altri collaboratori prende il nome di CyberPARCO. È un progetto aperto, con l’obiettivo di aggregare competenze e professionalità, aziende e fondi di investimento nel settore della cyber security o in ambiti utili allo sviluppo dell’iniziativa. Si propone di favorire lo sviluppo delle aziende già attive e la creazione di nuove startup, capaci di espandersi sui mercati internazionali. L’ambizione è quella di instaurare nelle aree Expo il primo distretto italiano di sicurezza informatica, il quale apporterebbe benefici economici ed occupazionali nel medio-lungo termine.